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Che noia Don Camillo e Peppone!

Di am

Chi sostiene (ragionevolmente) che le ideologie sono morte, potrebbe ripensarci leggendo i botta e risposta odierni tra rappresentanti dell’estrema sinistra al governo e la destra di Gianfranco Fini all’opposizione. Partendo dal pacchetto sicurezza, sul quale Palazzo Chigi auspica una convergenza ampia in Parlamento, mentre Fini chiede veementemente rigore nelle espulsioni e certezza delle pene, Giordano di Rifondazione Comunista pone un altolà a Prodi, e intanto dal suo partito si affrettano ad associare con una leggerenza estrema e sgraziata il leader di An ad un redivivo Adolf Hitler. Sul fronte della “Cosa rossa”, si sprecano le battute tra Diliberto in viaggio a Mosca che vorrebbe portarsi indietro come souvenir la salma del compagno Lenin e Volontè dell’Udc che gli dà del bevitore di vodka. Che sta succedendo?  Sembra un revival di Don Camillo e Peppone, anche se purtroppo si avverte la mancanza di Gino Cervi e Fernandel. Quello che sconvolge dell’estrema sinistra italiana che siede al Governo è il suo incomprensibile anacronismo. L’idea di Diliberto con il colbacco sulla piazza rossa che rende omaggio alla mummia del fautore della rivoluzione di ottobre che cambiò le sorti del mondo, e che magari poi si inginocchia pure davanti a quella di Stalin posta in immediata successione, francamente intristisce. Siamo “vecchi” anche nelle idee, ovvero nei “falsi miti”…come direbbe Karl Marx.


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