Dopo aver stigmatizzato i salari troppo bassi, oggi il governatore della Banca d’Italia torna a parlare. Questa volta il tema è quello della ricerca e dell’istruzione che – e non possiamo che essere d’accordo con le sue parole – sono nodi strategici in qualsiasi paese del mondo. L’Italia spende l’1% del Pil per ricerca e istruzione e l’economia non può che risentirne. Come se non bastasse, la grande assente del nostro paese continua ad essere la mentalità meritocratica. La ricerca e l’istruzione si fondano per loro stessa natura sul concetto di merito, cosa che qui da noi, dalle università ai laboratori, latita più che mai. Una crescita economica è possibile solo se questo nodo strategico viene sciolto e per farlo ci vogliono scelte dirette, non ambigue, e premi per i più bravi che – altrimenti – preferiscono cercare lavoro e fortuna all’estero. Bravo Draghi, anche questa volta!
Draghi, ricerca innovazione e tanto merito
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