Non è morta. Combatte con tutta se stessa Giovanna Reggiani da una stanza asettica del Policlinico Gemelli di Roma. La sua storia ha commosso tutta l’Italia e ha fatto rabbrividire tutti i cittadini romani. E’ vergognoso cercare di trarre un profitto politico da una vicenda così amara, ma è altrettanto vergognoso che Giovanna fosse costretta a percorrere 300 mt di buio profondo per tornare a casa ogni sera dalla stazione metro di Tor di Quinto. Il suo aggressore ha nazionalità rumena, ma avrebbe potuto essere un italiano. Quello che fa ancora più male è che da anni i residenti del quartiere chiedono maggiori controlli e – soprattutto – dei pali della luce! Le loro richieste sono rimaste inevase. Carte bollate fagocitate dalla pubblica amministrazione capitolina, prima da quella rutelliana poi da quella veltroniana, in un circolo vizioso di disattenzione e disinteresse che fa sentire i romani sempre più soli. E’ questa la vera vergogna: la totale assenza di protezione e di sicurezza che ogni Stato dovrebbe garantire ai propri cittadini. E intanto Giovanna sta lottando e ci auguriamo di tutto cuore che alla fine vinca lei!
Roma non è caput sicurezza
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