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Roma ostaggio dei ‘tassinari’

Di am

Qui a Roma siamo abituati ad avere una sorta di immagine romantica dei taxisti, chiamati simpaticamente ‘tassinari’, come da serie cinematografica del grande Alberto Sordi, che a Roma è considerato un vero e proprio ottavo re. Proprio nei film di Albertone, il tassinaro tipo è attento, curioso e disponibile. Conversa con Andreotti e con il barbone usando lo stesso registro e poi fa ridere e tanto. Ahinoi, quanto è ingannevole il cinema! La realtà dei taxisti romani è tutta un’altra storia. Da ieri stanno bloccando la città. Piazza Venezia è intasata da macchine bianche, i mezzi pubblici non riesconoa  trovare un pertugio per arrivare a destinazione. E tutto perché? Perché il sindaco Veltroni ha annunciato il rilascio di 500 nuove licenze per sbloccare un mercato che in realtà è una casta costosissima, oltre che inefficiente, per i cittadini. I taxisti che si erano ribellati a Bersani e alle sue liberalizzazioni, costringendolo al dietro-front, oggi si ribellano a Veltroni e tengono in ostaggio una intera città. E’ una vergogna! Siamo la capitale europea con il peggior sistema di trasporti pubblici e privati. I taxi da noi sono costosissimi e possono essere solo chiamati al telefono, con costo di chiamata di 5 euro (che beffa). Una rapina a viso scoperto, praticamente. Come se non bastasse, sono pochi e non si trovano mai. La sera, soprattutto, si rischia di passare ore al cellulare (altro costo non irrisorio) per poi sentirsi dire da una vocina sintetica: “spiacenti, nessun taxi in zona”. Alcune zone di Roma – quelle periferiche – non sono nemmeno coperte, eppure è lì che ci sarebbe bisogno dei taxi, dal momento che a stento ci arriva il servizio pubblico urbano. A fronte di tutto questo, i signori si permettono anche di “scioperare”, minacciando il Comune di bloccare la città. Oggi Veltroni incontrerà le loro rappresentanze sindacali. Ci auguriamo che gli risponda alla Sarkozy, ma ci accontenteremmo anche che prendesse una posizione alla Marchese del Grillo.

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