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Spike Lee accerchiato dai partigiani

Di am

Ci lamentiamo sempre perché i grandi registi non scelgono l’Italia per le loro riprese. L’ultimo Maestro che ha girato a Cinecittà è stato Martin Scorsese, che pare abbia dichiarato che The Gangs of New York era il primo e ultimo film che avrebbe girato qui da noi. Questa volta, è il geniale Spike Lee a pronunciare il ciak-motore-azione a San’Anna di Stazzema in provincia di Lucca, dove il 12 agosto del 1944 si consumò l’eccidio di 560 persone (tra cui donne e bambini), per mano delle Ss capeggiate da Walter Reder. La sceneggiatura è ancora top-secret, ma il poliedrico regista americano ha assicurato che si è valso della consulenza dei migliori storici e documentaristi dell’università di Pisa. Eppure, “Miracolo a Sant’Anna”, dopo nemmeno un giorno di riprese ha già scatenato le polemiche. L’Associazione nazionale dei partigiani ha accusato il film – che materialmente ancora non esiste! – di “revisionismo”, dal momento che in un passaggio si farebbe intendere che la strage non fu in realtà programmata ma capitò come effetto rappresaglia sui civili per punire i partigiani della zona. Francamente, accusare di revisionismo un film per una “presunta” frase della sceneggiatura che non cancella né cancellerebbe la tragedia di Sant’Anna e che sinceramente non presenta alcuna nota revisionista, ci sembra veramente ridicolo. Forse anche gli anziani partigiani vorrebbero stare per un po’ sotto i riflettori e le telecamere hollywoodiane, per rivivere il brivido sottile di un nuovo momento di gloria.


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