Il fatto di vedere soddisfatto Lamberto Dini effettivamente ci dà un brivido, ma le facce più tetre sono quelle degli esponenti della sinistra radicale. Dal ministro Ferrero a Gennaro Migliore è tutto un vociare di “tradimento” al programma condiviso della maggioranza. Prodi, in sostanza, è accusato di aver venduto l’anima alla Confindustria. In realtà – e come spiega brillantemente per noi nei Post-it Michele Tiraboschi, docente di diritto del lavoro all’università di Modena e Reggio Emilia, nonchè assistente di Marco Biagi – questo Governo non sta con Confindustria, ma non può certo sposare posizioni estreme, particolaristiche e rischiose come quelle della sinistra radicale. Eppure, quella stessa sinistra permette al Gov. di stare in piedi e voterà – come già dichiarato – la fiducia, pur chiedendo una verifica immediata e un possibile rimpasto. Prodi fino a qualche tempo fa non voleva sentir parlare nè di rimpasti nè di più blande riorganizzazioni, ma a questo punto ci si chiede da più parti cosa troveremo a breve sotto l’albero di Natale.
Welfare, rischio scivolone sullo scalone
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