“Il riscaldamento globale potrebbe provocare una guerra civile mondiale, esacerbando le tensioni latenti tra le popolazioni ed i rapporti tra i paesi poveri e quelli ricchi del mondo”. Suonano apocalittiche le dichiarazioni che provengono oggi da Bali a firma degli esperti dell’Onu riuniti fino a venerdì in una conferenza mondiale sul clima per fissare i nuovi paletti del post-Kyoto. Le dichiarazioni di Ban-Ki-Moon giungono proprio nel giorno in cui Al Gore è in procinto di ritirare il premio Nobel per la Pace che gli è stato assegnato in tandem con il panel dell’Onu per i cambiamenti climatici. Questo catastrofismo lascia però scettici gli esperti al di fuori dell’orticello U.n. Gli Americani si schierano subito e a seguire i Giapponesi; i numeri sono fumosi e non vi è certezza di quanto affermato dagli “esperti” targati Onu, anche perché la maggior parte degli altri esperti mondiali non si è ancora messa d’accordo sulle cifre reali del fenomeno. E proprio dagli Stati uniti arriva un pesante monito: attenzione, così come non abbiamo sottoscritto Kyoto, potremmo non sottoscrivere un nuovo protocollo che non consideri l’incidenza dell’inquinamento prodotto dai paesi in via di sviluppo (Cina ed India in primis) e che scarichi il peso e la responsabilità sulle spalle dei paesi già a piena industrializzazione. Il Giappone sembra concordare con la posizione americana. Il catastrofismo evidentemente continua ad andare di moda, ma ci chiediamo quando arriveranno valutazioni serie, rigorose e circoscritte sui cambiamenti climatici e le conseguenze di un surriscaldamento globale. Siamo così certi che gli oceani ci travolgeranno e parte della popolazione mondiale sarà sterminata? Molti scienziati e tanti accademici sostengono il contrario….ma non sono stati invitati alla conferenza di Bali.
Apocalypse now climatica?
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