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Buon compleanno Costituzione!

Fa male. Si stringe il cuore a vederla trattata male dopo neanche 60 anni. È lei, la Costituzione della Repubblica italiana che oggi spegne 60 candeline. Ma il soffio appare più lo sbuffo annoiato di una bella donna che non viene rispettata. Messa da parte, non considerata. Lei sì, è giovane ed è di sana e robusta costituzione. Formiche lo sa bene. Ed è per questo che ogni giorno si assume il compito di ricordarla alle nuove generazioni. Lo fa attraverso il blog www.giovaniecostituzione.it , un’occasione di dialogo e conoscenza attraverso i nuovi linguaggi di internet.

Questo importante compleanno  arriva in una triste giornata per la politica italiana, una data che scriverà una delle pagine più nere della democrazia. A Montecitorio, per celebrare la cerimonia solenne per il 60° anniversario, c’erano il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, e i presidenti delle due Camere Bertinotti e Marini. Presenti anche i senatori a vita, custodi insieme a Napolitano del vivido ricordo del giorno della firma.

Il Capo di Stato ha aperto così: “Lo svolgersi di questa cerimonia nonostante il momento di acuta crisi e incertezza politica che il paese sta vivendo vale a sottolineare la distinzione e autonomia del tema costituzionale dalle alterne vicende dei partiti, delle maggioranze e dei governi. E mi si lasci aggiungere che conoscendo i motivi di inquietudine e di sfiducia che serpeggiano tra i cittadini, è confortante poter guardare tutti, senza spirito di parte, a un grande quadro di riferimento unitario come quello che l’Italia si diede con la Costituzione del 1948”. “Non ha quindi senso” ha aggiunto imputare alla Costituzione errori e distorsioni che hanno rappresentato il frutto di una complessa dialettica politica”. Ribadendo la legittimità di riforme, ha però messo in guardia tutti “da miracolismi e facili soluzioni prese dall’estero” perché “sono oggetto di ripensamenti negli stessi paesi dove sono state adottate”.

Meno pratici, seppur drammaticamente attuali, i toni del presidente Fausto Bertinotti: “La Costituzione non è solo la memoria, la radice della nostra storia. Quando la tragedia investe la nostra umanità con le terribili morti sul lavoro, viene subito alla mente l’articolo 1 della Costituzione: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”. E quando la precarietà corrode il futuro di un’intera generazione, quella del nostro domani, per cercarne la linea di uscita puoi andare a quello straordinario articolo 3 della Costituzione sull’uguaglianza di tutti i cittadini, che affida alla Repubblica il compito di “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana”. Bertinotti non rinnega le sue origini pacifiste e indirettamente fa rivivere quell’articolo 10 troppo spesso calpestato, dicendo: “quando, come nel nostro tempo, il mondo diventa instabile e la violenza della guerra e del terrorismo lo segnano ancora, la bussola della nostra Costituzione, la pace, e’ una guida per una buona navigazione”.

Infine Marini, che per l’talia ritiene necessari “alcuni mirati adeguamenti istituzionali perché la nostra democrazia possa incidere più efficacemente di fronte ai tanti problemi che incalzano”. Tutti insomma sono concordi nella necessità di alcune modifiche. Che si riferiscano al sistema con cui gli italiani sono chiamati a decidere i propri governanti?

Grandi assenti: Di Pietro e Mastella. Tutti l’hanno notato. Mentre è passata inosservata la poltrona vuota riservata per Calderoli. Il leghista vicepresidente del Senato ha dichiarato ai giornalisti: “Il discorso di Napolitano per il sessantesimo anniversario della Costituzione? Non l’ho sentito. Non partecipo alle cose morte”. Come può, proprio lui che riveste una carica istituzionale, dire questo? 

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