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Condannato a morte per i diritti delle donne

In Afghanistan un giovane studente di giornalismo è stato condannato a morte dal tribunale islamico per aver scaricato da un sito farsi un articolo “irrispettoso” dell’Islam, nel quale si sostiene che i fondamentalisti islamici hanno travisato le parole del profeta Maometto, poiché rivendicano che il Corano giustifica la sottomissione delle donne. Lui, Sayed Pervez Kambaksh, 23 anni, è colpevole di aver prodotto più copie di questo documento e di aver distribuito il materiale nella sua università di Balkh.

“The independent” oggi ha lanciato una petizione a favore di Sayed, sottolineando che quel che è accaduto ha avuto come scenario non l’Afghanistan dei Talebani del 2001, ma lo Stato filoccidentale di Karzai. Secondo il quotidiano britannico il destino del giovane è legato alle proteste interne e internazionali. Aumenta, dunque, la preoccupazione circa “l’erosione delle libertà civili” all’interno dello stato afghano. In questo caso, infatti, a nulla sono serviti gli sforzi della Comunità internazionale nel cercare di consolidare un clima in cui potesse prosperare la libertà di informazione e di espressione del proprio pensiero.

Questa condanna ha già scatenato proteste sia nel Paese che all’estero. E giornalisti, diplomatici e gruppi per i diritti umani, hanno già dato il via ad una campagna di pressione psicologica su Karzai, perché prenda una posizione nella vicenda che rischia di creare l’ennesimo presupposto per giustificare un’intensificazione delle operazioni in Afghanistan.

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