Le consultazioni sono iniziate. Gli italiani hanno l’impressione di non capire bene cosa stia accadendo. E, forse, inizia a serpeggiare il dubbio che neanche loro, i politici, protagonisti della giostra, lo sappiano veramente. Il mondo politico è in fermento. Elezioni subito, o governo istituzionale per fare una riforma, la riforma elettorale? Anche la sinistra inizia a spazientirsi. I primi segnali di cedimento arrivano da Willer Bordon. Il senatore dimissionario dell’Unione democratica sta al passo con i tempi e dal suo blog personale scrive:
“Desolante! Il rito stanco delle consultazioni. La sensazione è sempre più quella di vedere formiche impazzite in un bicchiere rovesciato che si muovono meccanicamente all’interno di un recinto prestabilito, ammucchiandosi, montandosi sui corpi, mentre fuori gira il mondo, quello reale. L’impressione netta che si ha è che a gran parte degli interlocutori interessi solo il loro destino e quello del proprio partito, e che tutto il resto ( elezioni subito, legge elettorale e via discorrendo) sia il chiacchericcio strumentale di questa fase politica. Eppure se fossimo in presenza di una politica che almeno in parte guarda all’interesse del paese, sembrerebbe scontato individuare quello che serve oggi: una buona legge elettorale che permetta al cittadino di scegliere tra due partiti o due coalizioni omogenee ( e non caravanserragli!) e che permetta ai cittadini di scegliere i propri rappresentanti in parlamento. Poi, subito al voto. Lo si poteva fare a novembre, quando era palese l’assoluta mancanza dii una maggioranza politica. Si è perso inutilmente tempo. Lo si può fare in due mesi e poi votare a giugno. Ma se non è così, la si smetta con inutili sfilate e al più presto si ridia la parola ai cittadini che in democrazia- lo ricordo ai tanti immemori- è tutt’altro che un atto eversivo”.
Quel che è certo è che destra e sinistra si ritrovano unite in un’unica richiesta: il cambiamento.