Ore 12.18 “Financial Times” esce con un editoriale “Prodi to brave senate confidence vote”. Proprio alla fine dell’articolo dedicato alla situazione politica italiana si legge: “Altri alleati hanno diverse prospettive. Infatti Walter Veltroni, sindaco di Roma, successore di Mr Prodi, vuole una nuova legge elettorale e più tempo per preparare il suo Partito democratico prima di affrontare Mr Berlusconi, Italy’s richest man and media magnate”. Tanto per ricordarlo. “Poveri italiani! Da mettersi le mani nei capelli”, penseranno gli americani. Solo l’altro ieri il sito web del quotidiano statunitense aveva titolato l’editoriale sull’Italia con “Precaroius Prodi”. Anche il New York Times esce oggi con uno spazio dedicato alla crisi italiana. Qui, ancora una volta, il tifo di Berlusconi per elezioni anticipate. Poi le dichiarazioni di Fini che non trova alcun senso “in una respirazione artificiale” a cui ormai è costretto il governo Prodi. “Staccare la spina”, dunque. Oltreoceano, si confermano i toni irrisori, seppur moderatamente conservatori, nella descrizione di Umberto Bossi, che va preso così, come “il fumantino della situazione”, diremmo noi. Dopo una rassegna su fatti e misfatti, successori possibili e impossibili, l’articolo si conclude con una frase: “These are Italians who are most angry and don’t think either the left or the right can solve the problems of the country”. Questa frase, che interpreta estremamente bene lo spirito italiano, si riferisce all’alta percentuale di italiani che in caso di nuove elezioni non voterebbero.
Da tutto questo emerge una grande verità: il mondo ci osserva e si rincuora perché noi, incapaci di lavare i panni in casa nostra, saremmo capaci di infondere sicurezza anche al paese più disastrato.