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I laici partono per le crociate

Di am

Le posizioni cieche non ci sono mai piaciute. Solitamente trascendono dalla provocazione fino all’estremismo. Qualche volta scivolano nel ridicolo. Così, il dibattito tra laici e cattolici in Italia si è ridotto ad un fenomeno da baraccone in cui si fronteggiano due muri che non vogliono affatto dialogare, bensì ricercano lo scontro costante. Anacronistico e decisamente poco intelligente. Giovedì prossimo Papa Benedetto XVI sarà all’inaugurazione dell’anno accademico della Sapienza di Roma. E’ stato invitato dal rettore, ha accettato l’invito. In uno Stato equilibrato, fondato sul dialogo ed il rispetto, tutto ciò non farebbe nemmeno notizia. Qui da noi già si preparano le barricate. Un drappello di crociati (perdonate l’associazione ma come tali si stanno comportando), composto da 67 professori, che hanno ricevuto la benedizione (sic!) persino del matematico Odifreddi, ha firmato un appello per impedire la visita papale. Il mondo politico si è subito diviso esattamente a metà, senza possibilità di ricomposizione della famosa mela. Tutta l’opposizione in difesa del Papa, mentre quasi tutta la maggioranza (al solito lì ci sono i distinguo i perché ed i percome). I cattolici gridano alla censura (inesistente, visto che le cronache vaticane in realtà riempiono le prime pagine di tutti i quotidiani), i laici gridano contro i preti. In tutto questo gridare non si raggiunge un punto doveroso e necessario di equilibrio. In sostanza, è come sostenere che il presidente della Repubblica non può entrare in una chiesa perché è stato comunista e quindi ateo. Discorsi assurdi, inconcepibili. Il Papa – esattamente come il Rabbino capo, un Imam, il Vicario dei Sufi e non da ultimo il Dalai Lama, è libero di andare ovunque voglia, soprattutto se invitato. E’ un capo di Stato oltre che il capo di una comunità religiosa. Essere laici non significa chiudere le porte a chi si concepisce come un avversario “politico”, ma significa avere l’intelligenza di aprirle per un confronto sereno. Invece, sembra di essere tornati al tempo delle crociate, con due tuniche differenti ma con gli stessi mezzi intimidatori di un tempo.

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