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I sette punti di Silvio

“Se non ci fanno votare porto in piazza milioni di italiani” la minaccia arriva da Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia. In prima pagina su Il Giornale stamattina campeggia il titolone “I 7 punti di Silvio”.

Ma in che cosa consiste questo programma? Andiamo a vedere più da vicino, perché – come sempre in politica – dietro lo slogan si può celare l’insidia.

“Taglio delle tasse, tutela della privacy, emergenza criminalità, aiuti alle famiglie, rilancio delle infrastrutture, riforma della giustizia, scuole e università”.

Politica fiscale. Berlusconi assicura invece che «è già pronto un disegno di legge su tasse e imposte che tra l’altro prevede l’abolizione dell’Ici, l’imposta comunale sugli immobili»

Tutela privacy: cimici solo per reati di mafia. Dal sito web de Il Giornale si legge: «Oggi non ci sentiamo liberi», sostiene Berlusconi che promette di varare una legislazione che tuteli la privacy come prevedono i trattati europei di Nizza e Lisbona. Le intercettazioni saranno consentite solo per reati di mafia e terrorismo e saranno previste pene severe per chi trasgredisce: 5 anni di carcere per chi ordina intercettazioni non permesse, 5 anni per chi le esegue, 5 anni per chi le diffonde e 2 milioni di euro di multa per gli editori che le pubblicheranno. Dunque “tutela della privacy” di chi? Perché da quando erano scoperte le magagne dei politici (da destra a sinistra) i cittadini erano più consapevoli. C’era stato un aumento di democrazia. Ora a chi gioverà non informare gli elettori? Sicuramente non ai giornalisti che si ritroveranno con le mani legate di fronte al diritto-dovere di cronaca, pena 5 anni di carcere o 2 milioni di euro da sborsare.

Criminalità: più mezzi alle forze dell’ordine.  Ancora da il Giornale: “Oggi, è l’analisi del Cavaliere, «la sicurezza è scesa verticalmente» mentre «sono stati tagliati i fondi per garantire l’operatività delle forze dell’ordine». Difficile non vedere una relazione di causa-effetto tra i due «fenomeni». Quindi il leader del centrodestra sottolinea l’urgenza di rafforzare l’attività di controllo da parte delle forze dell’ordine istituendo la figura del poliziotto o del carabiniere di quartiere in tutti i centri abitati con più di 15mila abitanti”. Il poliziotto di quartiere in realtà già esiste. Il governo di centro sinistra ha anzi aumentato a dismisura e – le stesse forze dell’ordine ammettono – “sconsideratamente” i mezzi e le risorse, così come gli stipendi. Bisognerebbe solo chiedersi: “perché allora c’è qualcosa che non va?”. Colpa forse di leggi che rimettono subito in libertà ( o non prevedono neanche l’arresto per) chi commette un reato?

Aiuti alle famiglie: terreni a costo zero per chi non ha casa. Di nuovo la formula “i primi 100 giorni di governo” strausata anche in passato. Stavolta però a proposito di welfare. Berlusconi spiega che in realtà si tratterebbe di «continuare a realizzare il programma iniziato nel 2001 e che avevamo già realizzato all’80 per cento. Dovremo lavorare per rimediare ai danni della sinistra». Quindi «un piano di edilizia per i giovani che si vogliono sposare». E chi non vuole sposarsi? Al diaviolo lo stato laico e democratico?

Scuola e università: rilancio della riforma Moratti. Se la dovrà vedere allora con tutti quegli studenti che non vogliono assolutamente sentir parlare di abolizione della teoria evoluzionistica o del taglio al programma di storia.

Giustizia: separazione della carriere. Torna il tormentone.  Il Cavaliere si lamenta della «riforma Mastella» che è andata a cancellare le modifiche in tema di giustizia, introdotte da Roberto Castelli. Ma Mastella non era il politico che Berlusconi aspirava ad avere tra le sue fila?

Infrastrutture: nuovo piano grandi opere . Il Cavaliere vorrebbe ricominciare proprio «dal ponte sullo Stretto di Messina» bloccato dal centrosinistra. Dal sito de Il Giornale: “Durante la sua ultima permanenza a Palazzo Chigi il Cavaliere aveva deliberato nel 2001 un piano per le grandi opere prevedendo un investimento complessivo di 125,8 miliardi di euro. Alla fine del 2005 risultavano aperti cantieri per 51 miliardi di euro, pari al 40,5% del totale. Nei 70 cantieri aperti per le grandi opere lavoravano oltre 450.000 addetti”. Resta da chiedersi: in un paese finanziariamente così disastrato, dove erano stati presi tutti quei soldi che la cittadinanza reclamava per fare la spesa al supermercato?

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