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Il Pd va in Sinagoga

Non ci si aspettava più di 25-27 persone e quindi la visita di oggi dell’Imam della Grande moschea di Roma in Sinagoga è stata rinviata. Mario Scialoja, consigliere del Centro islamico culturale d’Italia, promette che presto verrà trovata una nuova data. Non si parla di cancellazione ma solo di rinvio. L’aumento dei componenti della delegazione, come ieri ha confermato il rabbino capo Riccardo Di Segni, avrebbe creato problemi organizzativi e di sicurezza. Non c’entra nulla, dunque, almeno in via ufficiale, la crisi scoppiata nelle ultime ore a Gaza. Bizzarra coincidenza che anche Scialoja ha definito “cosntestualità temporale e sfortunata”. Ha cercato di correre ai ripari Khaled Fouad Allam, parlamentare del Pd. Questo pomeriggio Allam non ha semplicemente incontrato il rabbino capo. “Sono andato per rinnovare il patto di amicizia tra ebrei e musulmani – spiega – sia personalmente perché conosco Di Segni da vent’anni, sia perché credo in questa amicizia. Sono andato anche per manifestare il mio sdegno per il fatto che è stato vietato all’Imam della Grande Moschea di Roma di recarsi alla Sinagoga dopo che Riccardo di Segni era andato in visita alla moschea di Roma”. E allora viene un dubbio: siamo sicuri delle motivazioni ufficiali? Mentre attendiamo che qualcuno ci fornisca una risposta esauriente, rimane una constatazione dalla portata storica: è la prima volta che un parlamentare italiano di origine arabo-musulmana si reca alla Sinagoga di Roma.

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