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Strage di Erba: i divi vanno in aula

“Processo show”. Tutti i giornali e le televisioni etichettano così la prima udienza nell’ambito del procedimento penale di Como per la strage di Erba. L’episodio di inspiegabile follia omicida dei due vicini di casa, la furia scatenata su persone indifese. Diventa spettacolo. Lo spettacolo, in realtà, era iniziato proprio un anno fa. I media vedendo che si poteva aumentare “l’ascolto” sono arrivati a nauseare il pubblico di particolari. Ma colpa dei media o colpa degli spettatori? I secondi infatti hanno la possibilità, il libero arbitrio, di decidere se cambiare canale o addirittura spegnere la tv. Se cliccare su quella notizia o su un’altra. Se comprare un giornale che “strilla la strage” o uno che semplicemente “la racconta”.

Olindo e Rosa appaiono oggi dietro le sbarre. Non sono più sorridenti come quando tutti i cronisti erano accorsi ad Erba per riprendere ed intervistare quei vicini dall’aria insospettabile. Non sono più così spavaldi. Sembrano più che altro dei “fenomeni da baraccone”, umiliati dall’avida pioggia di flash che scroscia sugli occhi immobili di lui e sui capelli corvino di lei che ritrae e nasconde il suo volto.

Dalle prime file dei banchi c’è Azouz Marzouk, marito e padre delle vittime. Anche lui agli arresti perché “afflitto dal lutto”, oltre a darsi al buisness di comparsate televisive e alla linea di occhiali da sole, si era anche tuffato in un enorme traffico di droga.

Viene da chiedersi dove sono i limiti. Come sia possibile non accorgersi che questi siano stati superati. Ma soprattutto come sia possibile che uno show del genere possa essere seguito senza provare un minimo di repulsione e di rimpianto per quella dignità umana perduta. Per un’inversione di tendenza, forse, almeno per stasera, si dovrebbe lasciar spenta la tv.

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