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Sviluppo: questa la parola d’ordine

“Con gli strumenti che abbiamo a disposizione e con le risorse che saremo capaci di generare possiamo muoverci nella direzione di una riduzione concreta del carico fiscale, a vantaggio, innanzitutto dei salari e dei bassi redditi”. Era ora. Romano Prodi interviene al vertice di maggioranza su redditi e salari. Per il presidente del Consiglio sono due i problemi: bassa produttività complessiva del nostro sistema e una cattiva distribuzione del reddito. Che, a suo giudizio, “si intrecciano e vanno affrontati insieme”.  Il professore fa un bilancio e parla di cifre confortanti: “in due anni – sostiene – il paese è cresciuto più che negli ultimi dieci anni”.  Come spiegare allora il malcontento dell’italiano medio che al mese non percepisce decine di migliaia di euro?“Dobbiamo fare più affidamento sulla domanda interna – afferma Prodi – sostenere il potere d’acquisto dei lavoratori e delle famiglie in un quadro di economia competitiva, potenziare ricerca, formazione, dotazione infrastrutturale”. La ricerca. Per una volta “lui” non vuole parlare ex catedra e si lancia in un monito rivolto soprattutto alla sua maggioranza: “Il paese ci chiede di governare, di dire dei sì e dei no, di non tergiversare. E’ una lezione di cui fare tesoro”.Abbattimento del debito pubblico, senza chiedere ulteriori sforzi agli ormai stremati italiani: lavoratori, famiglie e imprese potrebbero quindi tirare un sospiro di sollievo. Nel frattempo è prevista l’immediata trattativa per il contratto per il pubblico impiego, dando attuazione memorandum siglato con sindacato su qualità, mobilità e merito. Poi, dice Prodi, bisognerà affrontare “riforma istituzionale, legge elettorale, conflitto di interessi”. Mettere infine mano alla riforma della Rai. Falsi proclami o verità (fino ad ora) nascoste?

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