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Abbandonare un neonato: così non è possibile

Quel corpicino devastato scorreva immobile su un nastro trasportatore di un magazzino di riciclaggio. Lo ha notato una donna. E ha subito gridato l’allarme. Impossibile riconoscere il sesso del neonato, perché la parte inferiore del corpo era stata tranciata dalle macchine. Subito viene da chiedersi: “Chi può aver fatto una cosa di questo tipo?”. E poi la mente vola in un istante alle storie di difficoltà e disagi che si nascondono dietro a questi tristi ritrovamenti. Al mondo ci sono mamme che si “sentono costrette” a commettere questo gesto disperato: l’abbandono. I motivi possono essere innumerevoli: Disagio sociale, economico o psichico o, peggio, psicologico.

Se una mamma avesse saputo che in molte città sono state ripristinate le vecchie “Ruote degli esposti”, forse stasera quel corpicino sarebbe stato ancora tutto intero, vitale. Forse stasera un neonato avrebbe potuto ancora urlare al mondo intero la sua fame o la sua gioia. Invece no.

Il Movimento per la vita lancia un appello affinché si aumentino le cosiddette “Culle per la vita”, moderne e tecnologiche riedizioni della “Ruota degli esposti”. In molte città italiane, infatti, questo strumento ha permesso di salvare la vita a centinaia di neonati che, anziché esser abbandonati al loro destino, sono stati deposti dalle loro madri (in assoluto anonimato) in apposite culle. “Sappiamo che questi non sono casi isolati – ha affermato il presidente del movimento, Carlo Casini – che anzi sono solo la punta emersa di un iceberg. Quanti corpicini finiscono nei compattatori o nelle discariche senza che possano avere un gesto di pietà umana o una lacrima? Nessuno lo sa o lo saprà mai”.

Poi arriva una richiesta diretta all’ancora per qualche giorno sindaco di Roma. Grazia Passeri, presidente dell’associazione Salvamamme, chiede – come fa da anni – a Veltroni l’autorizzazione ad attaccare adesivi con un apposito numero verde per le mamme in difficoltà, e a promuovere meglio la “Nuova Ruota del Casilino”. “Perché – dice Passeri – non c’è nulla da fare: il cassonetto è il luogo dove badanti e donne straniere passano tutti i giorni”. Poi conclude: “Negli ultimi giorni da sindaco: ci scriva che possiamo attaccarli questi benedetti adesivi. La povertà attanaglia moltissime persone che vivono nella nostra Regione e la disperazione è la peggiore consigliera, lo Stato faccia sentire la sua voce non solo nel reprimere ma nel prevenire e nell’assistere”.

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