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Alle urne! Alle urne!

“I politici disinteressati che operano soltanto nell’interesse del Paese sono oramai rari. Dilagano invece i ribaldi, i politici che operano soltanto nell’interesse proprio. Come fermarli? Come rimandarli a casa? È sempre più difficile perché il Berlusco-Prodismo (in questo perfettamente appaiati) ha sempre più indebolito il potere dell’elettorato. A dispetto delle apparenze, siamo sempre più impotenti. Alle urne, alle urne!”.

Si apre così “Elezioni subito non vanno bene”, l’editoriale di stamattina di Giovanni Sartori sul Corriere della Sera. Secondo il celebre opinionista se si andasse ora al voto il cittadino si troverebbe con le mani legate, senza potere di scelta del leader politico che vuole alla guida del Paese. Sartori non va per le lunghe e aggiunge: “…sulle nostre schede il nome è prestampato e nemmeno ne è ammessa la cancellazione. Il che configura una scelta senza scelta, e così un classico raggiro”.

E poi c’è un altro incombente problema, quello de “la casta”, di cui tutti parlano e che nessuno vuole più. “A dir poco, almeno metà degli italiani è indignata e se ne vorrebbe liberare. Ma come? Non sanno come fare. E hanno ragione. Le caste (sia di destra che di sinistra) sono trincerate ovunque, e non saranno le proteste né l’astensionismo a sloggiarle. Il tanto inneggiato popolo sovrano non è mai stato incastrato, per non dire castrato, peggio di così”.

E allora che fare? Intanto, per riuscire a capire meglio “il politico”, l’opinionista inventa una scala di valori: dal cinismo puro (zero) all’altruismo massimo (10). E Sartori “in questa partita” piazzerebbe “Berlusconi a zero e Veltroni a 5”, perché entrambi i politici traggono i loro interessi dal se fare o meno la riforma. “La differenza è che mentre l’utile del Cavaliere confligge con l’interesse del Paese, l’utile di Veltroni è anche nell’interesse del Paese”.

Quindi: “riforma sì” o “riforma no”?

“Baffetto, il marinaretto” pensa bene di inviare una lettera al Corsera che ieri lo aveva dipinto come un furbo stratega silenzioso. “Ecco il mio piano palese”, irrompe Massimo D’Alema, proponendo il referendum ad Aprile. E in questo sciorinare diritti ai cittadini ci si pone una domanda, la domanda. Come fa velatamente Sartori, ci si chiede: “In che modo liberarsi di tutti loro?”

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