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“Le streghe son tornate e adesso più…”

“Viviamo in un periodo in cui si tenta di far dimenticare gli straordinari passi avanti realizzati, grazie alla 194, nella società italiana per sconfiggere la piaga dell’aborto clandestino e per una maternità responsabile”. Così Emma Bonino solidarizza con le persone che oggi scenderanno in piazza per “manifestare il loro sdegno per l’inqualificabile episodio di Napoli e a difesa della legge 194”.

Ma non è l’unica. Oggi il presidente della Repubblica riceve una lettera dalle donne del partito socialista. Questa lettera comincia così: “Caro presidente, ci aiuti a fermare la gogna medievale e mediatica sui drammi delle donne! Quanto è successo a Napoli non rispetta la civiltà e dignità della persona umana”.

C’è chi, invece, si chiede, come fa Rita Bernardini dei Radicali, “Come mai i cosiddetti difensori della vita non dicono una parola sulla contraccezione?”. La Bernardini legge i fatti di Napoli come “sintomo e conseguenza naturale di una deriva pericolosa; del clima irrespirabile che i cosiddetti ‘crociati della vita’ hanno creato intorno al diritto inalienabile delle donne all’autodeterminazione”. Inoltre, secondo la Bernardini “bisogna smettere di pensare che quella di abortire sia una decisione che le donne prendono egoisticamente, a cuor leggero, come per assecondare un capriccio. Oltre che folle la proposta di una moratoria dell’aborto, che senza alcun pudore scimmiotta nei termini la nobile battaglia vinta per la moratoria della pena di morte, è frutto di un’ipocrisia indecente”.

Così anche la neonata Sinistra arcobaleno che nel pomeriggio sarà presente al sit in di Napoli per protesta contro il blitz della polizia, intervenuta di fronte ad un aborto che in realtà era terapeutico, dunque legittimo. Franco Giordano lancia una provocazione a Pd e Pdl. Domani, infatti, apparirà integralmente un suo editoriale su Liberazione: “È  per la paura di confrontarsi con il paese reale, che nessuno osa mettere apertamente in discussione la legge 194. La manovra che si sta dispiegando giorno dopo giorno, inesorabilmente, è più sottile”. Ed in effetti, a parte la voce della Melandri, è soprattutto il silenzio del Pd a creare imbarazzo.

C’è poi chi settimane fa ha rassegnato le dimissioni come senatrice, ma che non rinuncia a dire la sua come donna. È Franca Rame che racconta la sua esperienza sul suo blog:“Inutile spendere parole. Ho abortito.Trauma e paura di quel giorno mi sono rimasti addosso per mesi.A quei tempi per l’aborto si finiva in carcere. E la fatica per mettere insieme le trentamila lire… Una cifra! Ricordo tutto come fosse oggi.È sera: ambulatorio squallido, al quinto piano di un caseggiato in periferia… senza ascensore… Un’infermiera e il medico. Le 30 mila lire le hanno volute prima.”Si spogli… si stenda… metta una gamba qui e l’altra qui… non gridi e non pianga se no la mando via!””

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