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Ma quale nuova stagione?

Tutti lo sapevano da almeno due settimane. Formiche.net ne aveva annunciato la candidatura in una primissima nazionale. Ma lui ha preferito tirarla per le lunghe, come una vecchia signora svilita dalle calende che passano e dagli insuccessi accumulati, ha cercato a tutti i costi una suspance da prima donna. Ne ha ricavato un grande sbadiglio da parte di chi si è accorto della sua presenza.

Nello specchio Francesco Rutelli si rivede come dieci anni fa. Ma gli anni passano per tutti. Ed è inutile parlare di nuove stagioni. Perché non solo la capitale con questa “nuova candidatura” non conoscerà nulla di nuovo, quanto un ennesimo alternarsi di volti stranoti appartenenti alla medesima dinastia politica, “ma anche” c’è da sottolineare che le stagioni, per loro natura sono qualcosa che si ripete, che torna, sotto nuove forme. Ma la sostanza è sempre quella. Affiora da torbide acque il modello veltrusconiano. Un modello che ristruttura la facciata (anche attraverso costosissimi lifting!) di un palazzo cadente, piccolo, incapace a contenere tutte le istanze. Destinato al crollo.

Ed ecco che allora, oggi più che ieri, il cittadino medio, il romano, l’elettore del nord, del centro, del sud, o all’estero, si allontata. Con distacco e noia non bada più a loro. Neanche ad un ex sindaco che si ricandida con la sua sentenza di condanna passata in giudicato, alla faccia della sua appartenenza al Pd dove, con Di Pietro, si è consacrato il principio per cui si escludono i politici “senza mani pulite”. Ma, forte della memoria corta e della capacità di sopportazione da animale da soma, tipiche dell’italiano medio, Rutelli guarderà “dritto in videocamera” e  proferirà “Yes, you can”.

Anche questa pillola, caro italiano, va mandata giù.

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