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Politica: ricominciano i duelli tv

Non c’è alcuna ombra di dubbio: la campagna elettorale è proprio iniziata. E, così, s’inaugura “una nuova stagione” di maratone televisive, di duelli mediatici a chi ha l’ultima parola, d’insulti in diretta o registrati, ma lo stesso mandati in onda. Gli articoli comparsi sulle testate straniere, come The New York Times o The Economist, sembrano non aver affatto scalfito proprio coloro che ne sono usciti rovinati sulla scena internazionale: i nostri politici. No. Perché loro fino ad ora sono stati troppo occupati a capire cosa conviene di più. Se Shakespeare si tormentava con “essere o non essere”, il dramma dei leader è: “correre da solo o non correre da solo”? Veltroni ieri ha deciso: correrà da solo. Ma siamo veramente sicuri che non sia altro che un gioco di forza per ricorrere all’ammucchiata dell’ultima ora? Berlusconi, dal canto suo, dice di non stare a questi ricatti. Ma chi non ha pensato per un attimo al Cavaliere che di fronte alla scelta obbligata di Walter ha sbattuto i pugni urlando: “Questa è un’idea troppo diabolica: l’avrei dovuta avere io!” L’ultimo trend de “la casta” è giocare ad essere prime donne. Tutti cercano di rubare la scena all’altro. Nessuno che vuole sedersi insieme per il bene del paese. Ora il problema di Forza Italia è grande: come farà ad includere An, Lega e Udc sotto un unico simbolo? Ieri sera, durante la trasmissione Annozero, in diretta su Raidue, è arrivata un’agenzia che Santoro ha diligentemente letto agli italiani (quindi anche ai politici presenti in studio!). l’agenzia riportava che l’Udc avrebbe deciso di correre da sola, non sotto l’ala di Berlusconi. E tutti ora si chiederanno: è Casini ad aver cambiato idea, o Casini uscirà dall’Udc? Tutto ciò ha scatenato contestazioni da stadio negli studi di via Teulada. La Prestigiacomo “indignata” per la trasmissione è stata attaccata non solo da “Veltruschini” (come il povero professor Sartori, interrotto più volte, ha involontariamente chiamato Franceschini) ma anche da Carlo, operaio della ThyssenKrupp, scampato al recente disastro, e dal giovane milanese che abita in un palazzo pieno di amianto in un quartiere dove a trent’anni ci si è già ammalati di almeno tre tumori differenti. Ma non si pensi che anche Franceschini, Colombo e Tabacci siano stati salvati dalle accuse mosse da quei due ragazzi che incarnavano il distacco degli italiani dalla classe politica attuale. A quel punto tutti zitti. I litiganti non avevano più parole da spendere di fronte alle reali esigenze del paese. Berlusconi e Veltroni si stanno già preparando alle domande prestabilite di Vespa per il prossimo duello televisivo a distanza, nella cornice di Porta a Porta.

E, allora, ci si chiede se almeno per questa volta, di fronte ad un paese esasperato, non sarebbe invece molto più interessante metter da parte per un attimo “i giornalisti di corte” e lasciar porre le domande ad un popolo che non sa più cosa fare con la propria tessera elettorale.

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