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Tuesday bloody Tuesday

Si vota in 24 Stati oggi negli Usa. La campagna per le presidenziali 2008 arriva all’apice. Oggi di fatto sapremo chi saranno i candidati democratici e repubblicani per le elezioni che si terranno in novembre. Sul fronte repubblicano, dopo il ritiro di Rudolph Giuliani (che di fatto non ha mai veramente corso), l’interesse sembra raggrumarsi attorno al senatore McCain, conservatore ferreo dell’Arizona che fu sconfitto da George W. Bush alle primarie di otto anni fa. Non un giovincello insomma. Sul fronte democratico, ieri Hillary Clinton ha pianto ancora. Questa volta a Yale – sua università – dove si è lasciata andare ad un amarcord da campagna elettorale. Le lacrime le avevano portato fortuna in occasione del voto nel New Hampshire, rendendola meno di plastica e più umana. Chissà se le porteranno ancora fortuna oggi, di fronte ad un rinvigorito Barack Obama che sale nei sondaggi e che ha conquistato il cuore e l’appoggio della famiglia più amata dagli americani, il clan Kennedy, con il senatore Ted in testa. A seconda della vittoria di uno o dell’altro l’America potrebbe cambiare volto il prossimo autunno. Tutti gli occhi sono puntati sugli Usa in questo momento; a fine anno potremmo avere un continuum della linea Bush con McCain, ma anche la sorpresa di un presidente donna o di un presidente nero. Sono decisamente le primarie più avvincenti della storia elettorale americana.



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