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Udc e Pdl: strappo inevitabile?

Tira e tira, la corda alla fine si spezza. Questo lo scenario che si potrebbe prospettare nel giro di pochi giorni. Ma la certezza in politica non c’è mai, fino alla fine. Ed è proprio lui a dire: “Basta con il chiacchiericcio: c’è poco da dire, le cose ormai sono chiare”. Il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini liquida così i giornalisti che vogliono assolutamente capirci qualcosa.

A sperare che la corda – che ancora tiene uniti per un pelo Udc e Pdl – si spezzi è anzitutto la Rosa Bianca. “Sono pronto ad aprire un dialogo costruttivo con l’Udc per rafforzare una forza politica intermedia che non si identifichi con questo bipolarismo”, dichiara Savino Pezzotta. Ed è proprio da quest’ultimo che arrivano le indiscrezioni più succulente: pare infatti che sia alta la possibilità di una riconciliazione tra Casini, Tabacci e Baccini, con il primo candidato alla presidenza del Consiglio. Così pure a proposito dell’Udeur: “Siamo determinati a costruire una forza intermedia che difenda i valori democratici e non si identifichi con questo bipolarismo”.

Lo stupore del Pdl e dei suoi alleati non stenta a farsi sentire. “Provo a fare una proposta a Casini – dice Roberto Calderoli – accetti il simbolo unico e poi eventualmente costituisca propri gruppi in Parlamento. In questa maniera viene rispettata l’identità del partito ma c’è anche il concorso di tutti per una grande battaglia e una grande vittoria”.

Fiducioso Luciano Ciocchetti, parlamentare e segretario regionale dell’Udc: “Data la situazione politica a livello nazionale, al 99,9% correremo da soli alle prossime elezioni politiche e lo stesso faremo alle amministrative. In questo contesto annunceremo, la prossima domenica, la candidatura di Pier Ferdinando Casini a premier e la mia come candidato a sindaco di Roma”. Decisamente prematuro e lungimirante.  

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