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Con Dina Dore ricomincia il periodo buio dei sequestri?

Morta. Piedi e mani legate nel bagagliaio della sua autovettura. Dina Dore, 37 anni di Gavoi (Nuoro), potrebbe essere morta quasi subito dopo il suo rapimento.
“Sequestro fallito”. Di questo inizia a parlare la polizia scientifica di fronte alle prime ipotesi che avrebbero portato alla scomparsa della moglie di Francesco Rocca, un noto dentista.
Se non fosse stato per il colpo subito, sarebbe comunque morta in seguito a soffocamento. Secondo quanto si è appreso, infatti, la donna sarebbe stata prima raggiunta da un violento colpo alla fronte. Quindi, avvolta con del nastro adesivo dal mento alla fronte.
Gli inquirenti, tuttavia, attendono gli esiti dell’autopsia di domani per poter fornire un quadro più chiaro della dinamica dell’evento. Non si esclude comunque che la donna sia riuscita a vedere il volto dei suoi assassini. A dimostrarlo sono i segni della colluttazione nel cortile della sua abitazione dove, sul pavimento, sono stati ritrovati alcuni suoi effetti personali. Prova che Dina Dore ha tentato fino all’ultimo di ribellarsi.
“È  stata con tutta probabilità gente del posto e forse l´hanno uccisa proprio perché lei li ha riconosciuti” sostiene il suocero Antonio Rocca, nonché ex sindaco del paese. L’uomo era già stato a sua volta vittima di due tentati sequestri negli anni ´70 e ´80. Con rabbia Rocca continua: “L´hanno studiata per bene: se la sono presa con la più debole, sapendo che non avrebbe potuto difendersi. E per di più davanti a una bambina”.
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