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Erasmus, ma quanto mi costi?

Oltre 14.000 studenti stranieri ogni anno scelgono il nostro Paese nell’ambito del programma Erasmus, il famoso progetto della Comunità europea rivolto agli studenti universitari. Il mensile Studenti Magazine insieme ad ESN Italia, la più grande associazione di studenti d’Europa, hanno preparato un questionario per capire il rapporto tra l’Italia e quella che tutti definiscono l’Eurogeneration. Venti domande, rivolte agli studenti attraverso il sito www.esn.it: a rispondere sono state quasi 1500 persone, provenienti da 28 paesi diversi e provenienti da 27 diverse città italiane. Viene fuori il ritratto di un’Italia accogliente ma non troppo, costosissima, incapace di garantire un alloggio a prezzi contenuti e dove l’inglese è una lingua di cui si fa a meno. Il tutto per un gradimento che rispetto all’arrivo crolla paurosamente. Se infatti all’inizio il 97% degli intervistati dichiara di aver scelto l’Italia perché “è un Paese che mi è sempre piaciuto”, alla fine del soggiorno la percentuale di quelli che si dicono pronti a risceglierlo ad occhi chiusi scende al 60%. La confusione all’Università è non a caso in cima alla lista delle difficoltà incontrate dagli studenti insieme ai prezzi eccessivamente alti (per il 31,3%). Seguono da vicino la ricerca dell’alloggio (27%) e la lingua (10,4). In particolare, è proprio il sistema universitario a uscirne malconcio: quando agli studenti si chiede un confronto con il proprio paese di provenienza, infatti, il 71% degli intervistati dice che l’Università è organizzata peggio, contro il 17% che non vede differenze e il 12% che la giudica migliore. La causa principale di questa bocciatura è lo stato pessimo delle strutture per il 39,6% degli intervistati, seguita dalla scarsità dei servizi web per il 24,4%, la difficoltà nel raggiungere informazioni per il 19,5% e il livello dei professori 16,5%. L’altro grande problema denunciato dagli studenti Erasmus è quello del caro vita. A far dannare gli studenti è soprattutto l’affitto, la voce più costosa per il 69% di loro. Seguono il cibo (14,5%) e i libri (4%). In generale però il dato più significativo è quello che racconta che l’83% degli intervistati spende di più rispetto al proprio Paese. Qualcuno (il 35%) però tornerebbe “nonostante le difficoltà non siano poche”. Non manca infine chi (il 5%) in Italia non ci metterebbe più piede.


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