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Bufera su Bucarest

Parte oggi il vertice Nato di Bucarest e andrà avanti fino al 4 aprile. Qui Bush ha messo già in atto tutta la sua arte diplomatica internazionale per convincere gli alleati (in particolar modo Francia e Germania) ad estendere l’Alleanza atlantica a Georgia e Ucraina, due ex repubbliche sovietiche.
La mossa in realtà nasconde “uno scacco al re russo”. Ossezia del Sud e Abkhazia sono ancora regioni contese, protettorati russi che fanno gola sia a Mosca sia a Washington come posizione strategica protesa verso l’Est. Solo pochi giorni fa Davit Bakradze , ministro degli Esteri georgiano aveva dichiarato: “Un no al summit di Bucarest sul nostro ingresso nella Nato avrebbe delle implicazioni molto, ma molto negative per la soluzione dei conflitti (in Ossezia del Sud e Abkhazia, ndr)”. Parere discordante da quello di Dimitri Simes, presidente del Nixon Center  e direttore di The National Interest, secondo il quale la destabilizzazione del Caucaso sarebbe data proprio dall’eventuale inclusione della Georgia nella Nato. In quel caso, per Simes, sarebbe alto il rischio “dello scoppio di una guerra” conseguente al riconoscimento da parte di Mosca all’indipendenza di Ossezia del Sud e Abkhazia. Forti timori sono stati espressi anche dalla cancelliera tedesca Angela Merkel che, sollevando obiezioni sulla candidatura ucraina per mancanza di accordo nella popolazione sull’argomento, ipotizza il profilarsi di una crisi con il Cremlino.
“Questa settimana lavorerò intensamente affinché la Nato apra le porte a Ucraina e Georgia” dichiara da Kiev Bush, appena uscito dal colloquio con il presidente ucraino Viktor Yushchenko. L’intento statunitense è l’approvazione del Membership Action Plan da parte del summit. Il primo step che dà l’avvio ai negoziati per l’adesione. George W. Bush ha lodato l’Ucraina “per essere l’unica nazione non Nato a partecipare a tutte le missioni della Nato, in Afghanistan, Iraq e Kosovo”. A sostegno del presidente americano ci sono Canada, Polonia e altri sei Paesi dell’Europa dell’Est. Ha inoltre dichiarato ai giornalisti che, nell’incontro in agenda per il 6 aprile a Soci, sarà lui stesso a rassicurare Vladimir Putin perché “Mosca non ha nulla da temere da un´espansione della Nato: avere democrazia ai suoi confini è nell´interesse della Russia”.

 
Nel frattempo migliaia di ucraini filorussi manifestano in piazza Maidan, in segno di protesta contro la volontà di Yushchenko. Lui è convinto che ci vorrà un po’ di tempo, ma che un giorno la popolazione ucraina capirà l’importanza di questo passo. Nel frattempo, osservando le immagini del dissenso espresso per le strade della capitale, commenta così: “Le bandiere che sventolavano su quella piazza sono le stesse che hanno portato carestia ed oppressione sul nostro popolo”.
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