C´è chi ci pensa da mesi, chi da settimane, chi “ci spreca” solo pochi minuti. Il profilo dell´elettore è sempre lo stesso: inclassificabile. La realtà italiana è troppo variegata da poter esser riassunta sotto un unico aggettivo. E questa volta la regola non è smentita da cassi “eccezionali”.
Il caos. Siamo un Paese davvero poco piatto. Anche quando l’affluenza alle urne è davvero bassa, segno che l’antipolitica e la disaffezione dalla res publica stanno prendendo piede, l’italiano compie qualcosa, il gesto “eroico” per manifestare la propria ribellione. Mancano ancora poche ore alla chiusura dei seggi. Chissà cosa ci riserveranno gli ultimi elettori che s’apprestano a votare.
Sicuramente indimenticabile il piccolo imprenditore di Sorrento che, nella giornata di ieri, non appena ricevuta la scheda ha iniziato a strapparla e a mangiarla. Scenetta simile ad Agrigento: qui un operaio ha prima votato per Senato e Regione, dopodiché ha stracciato la scheda per la Camera.
Chissà quante ne stanno vedendo i carabinieri preposti all’ordine pubblico dei seggi. Questi si aspettavano solo di dover prestare attenzione ai furbetti armati di telefonino con fotocamera. Non pensando di dover assistere a gesti tragicomici si chiedono: “Siamo proprio alla frutta”?