Intitolare l´Università di Bari “Aldo Moro”? Pare che non sarà possibile. Il Senato accademico avrà una bella gatta da pelare il prossimo 2 maggio quando si riunirà per decidere definitivamente la questione.
Il “no” arriva, ironia della sorte, proprio dalla facoltà di Giurisprudenza, la stessa dove il politico si era laureato nel 1938.
C´è chi, come Gabriella Carlucci (Pdl) annuncia una feroce battaglia, non volendosi arrendere all´idea di un possibile rifiuto dell´intitolazione. Sulla questione Sergio Adamo, commissario dei giovani Udc della provincia di Bari, ha chiesto un referendum per lasciare ai ragazzi la decisione. È vero, sì, intitolare l´Università ad Aldo Moro avrebbe una forte valenza simbolica: “preservare il patrimonio – come spiega Adamo al Corriere della Sera – lasciato dal grande statista pugliese, fatto di rispetto e dialogo democratico”.
Ma se ci si pensa un po´ su, non sarebbe meglio lasciar stare? L´ “affibbiare” il nome di Moro arrecherebbe prestigio esclusivamente all´istituto. Non sarebbe vero il contrario. Al centro della diatriba “Moro o non Moro”, infatti, c´è proprio l´Università di Bari, nota ormai per i numerosi scandali più o meno recenti. Senza essere neanche troppo cattivi è facile che la vicenda possa suscitare perplessità. Dopo le lauree comprate a suon di assegni, test di ammissione alle facoltà di medicina e scienze della comunicazione passati in cambio di prestazioni sessuali, offrire il nome di Moro non avrebbe fatto altro che risollevare la reputazione dell´ateneo. Ma se è proprio chi si trova nel pantano a rifiutare il fazzoletto per ripulirsi dal fango in cui è caduto, allora, al volenteroso che si offre con un gesto gentile viene da chiedersi: “Ma chi me la fa fare?