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Il gioco delle colpe

Si continua a parlare di “prestito-ponte” all´Alitalia. E il ministro degli Esteri, Massimo D´Alema in proposito dichiara: “Speriamo nella comprensione di Bruxelles”. Ma la Commissione europea risponde subito: “Non abbiamo ricevuto alcuna notifica”. È quanto afferma il portavoce del commissario ai Trasporti, Michele Cercone, commentando i 300 milioni approvati ieri dal Consiglio dei ministri.
Un pantano incredibile quello in cui oggi annaspa la politica italiana. Iniziano i primi tentativi di chi vorrebbe scagliare la prima pietra. “Il principale responsabile della situazione rischiosa in cui si trova Alitalia – afferma D’Alema – è Berlusconi”. Il ministro degli Esteri uscente è convinto di aver “dovuto salvare Alitalia” perché, in caso contrario, sarebbe fallita. “Altrimenti – continua – sarebbe stato il primo regalo di Berlusconi all´Italia, dopo aver sabotato la trattativa, non essendoci nessuna cordata, siamo dovuti intervenire per evitare il fallimento purtroppo con i soldi dello Stato”.
Berlusconi non ci sta: “Air France si è ritirata in primo luogo per i veti dei sindacati”. Il Cavaliere, in una trasmissione radiofonica spiega che la ritirata francese è stata causata anche da “il no del governo a condizioni inaccettabili che avrebbero portato a una incorporazione di Alitalia in Air France, che avrebbe deciso tutto da Parigi”. Secondo Berlusconi il commissariamento della compagnia di bandiera va letto come un segnale positivo, tuttavia rimane la paura di fronte ad un doloroso futuro, specie per i lavoratori che ne sono coinvolti. Berlusconi anticipa una gestione mirata ad “operare una ristrutturazione della compagnia” che purtroppo, tuttavia, dovrà fare i conti con un netto taglio delle risorse umane. Ma assicura che alla riduzione del personale arriveranno in aiuto gli strumenti offerti dalla legge.
Paura. Rabbia e paura. Che altro se non questi i sentimenti che si leggono tra le righe della lettera aperta dei 2.300 dipendenti Alitalia inviata “ai Sindacati, a Spinetta, al Governo, agli Italiani”? Questo folto gruppo di lavoratori dichiara di non sentirsi più rappresentato dai sindacati. E di fronte ai 300 milioni di “prestito-ponte” afferma: “saranno bruciati in pochi mesi”. Secondo loro Air France era “l’unica soluzione industrialmente e finanziariamente solida e credibile”. Con questo documento hanno voluto dire la loro perché fino ad ora non l’hanno potuto fare. “Vogliamo dire – si legge nella lettera – che siamo vicini a tutto il management Alitalia che con  grande serietà ha sostenuto e voluto la fusione con Air France KLM, unica soluzione industrialmente e finanziariamente solida e credibile, desideriamo dire con forza che non siamo d´ accordo con l´irresponsabile e alquanto sospetto comportamento dei sindacati, molti moltissimi di noi non si sentono più rappresentati da queste unioni sindacali che da troppi anni e più drammaticamente ora non hanno saputo prendere decisioni serie”.
Dunque, un feroce attacco a sindacati, che questi stessi lavoratori definiscono “casta”. “Noi non vogliamo pesare sugli Italiani, volevamo e vogliamo – conclude la lettera – un datore di lavoro serio e affidabile e con un know how che solo Af-Klm ci può assicurare”.
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