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La Terra non è nè di destra nè di sinistra

E´ agli sgoccioli il giorno dedicato al nostro pianeta, l´Earth Day. Così come stanno terminando i lavori dell´ undicesimo IEF (International Energy Forum), a Roma e al di là delle tragiche constatazioni di fatto sulla crisi che ci attende, ci sono anche buone notizie. Per esempio, il Sottosegretario per l´Economia Usa, Jeffrey Kupfer, rassicura sulle ricerche americane nel campo dei biocarburanti, affermando che si stanno orientando verso materiali sintetici e non più solo sui cibi. Mentre i Paesi Arabi promettono un aumento sostanziale nella produzione del petrolio (1.5 milioni di barili in più entro il 2009), come sostiene Ali-Al Naimi (Ministro del petrolio per l´Arabia Saudita), aggiungendo che dobbiamo tutti stare tranquilli, perchè “nei prossimi 50 anni non resteremo senza petrolio”. Ma 50 anni, in realtà, sono pochissimi. E allora ecco che il giorno della Terra diventa un´ottima opportunità per discutere il futuro del nostro pianeta e, quindi, il nostro stesso futuro. In tutti gli altri paesi del mondo i politici sono fondamentalmente “verdi”, ossia mettono al centro dei loro programmi l´attenzione alle tematiche ambientali ed energetiche, considerate cruciali e strategiche, sia per la nostra stessa sopravvivenza che per la quadratura dei conti economici. Così in Gran Bretagna, i conservatori di Cameron da anni fanno del loro green-paper il loro cavallo di battaglia. In Italia, invece, regna il vuoto “sovrano”. Con l´uscita dal Parlamento dei Verdi di Pecoraro Scanio in molti temono non si parli più di ambiente. Paure infondate e- soprattutto – partigiane. La Terra è di tutti e non preferisce alcun partito. In questa giornata, forse, i nostri politici dovrebbero cominciare ad acquisire una maggiore consapevolezza su questi temi, senza divisioni di parte e per il Mondo dei prossimi 100 anni, che è perfettamente “bipartisan”.


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