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Noia mia, Economist!

 
La copertina dell´Economist di questa settimana è tutta nostra, anzi, è tutta sua, di Silvio Berlusconi, vincitore assoluto delle ultime elezioni politiche. Il noto magazine inglese, come spesso è accaduto in passato, gli dedica una sontuosa sezione, al grido di “mamma mia”. La sorpresa dei commentatori britannici è sempre la stessa da 14 anni, ossia da quando Berlusconi nel 1994 vinse il suo primo match elettorale. L´inizio è la solita cantilena sui guai giudiziari del Cav. Si passa poi alle sue televisioni e al fatto che uno come lui in nessun´altro paese europeo potrebbe governare, poi si chiude con i soliti fuochi d´artificio su ´Ndrangheta e Mafia. Che barba che noia, direbbe la supercoppia Mondaini-Vianello. Stupisce che un giornale così serio ed autorevole come l´Economist non riesca dopo 14 anni a comprendere che le litanie su Berlusconi non costituiscono l´analisi del suo fenomeno, bensì equivalgono a mantra ripetuti ossessivamente fino a perdere il loro stesso contenuto e la loro forza. The Economist dovrebbe chiedersi – e quindi spiegare ai propri lettori così attenti – come mai dopo 14 anni torniamo sempre a fare i conti con Silvio Berlusconi, che rappresenta l´ultima speranza alla quale l´Italia democraticamente si aggrappa anche oggi. Come mai ha sempre vinto le ultime tre tornate elettorali e come mai continua ad “incantare” gli Italiani che credono in lui e che – di fatto – mettono nelle sue mani la grande responsabilità di risollevare il paese dalla grave crisi che lo attraversa. E´ comprensibile che Berlusconi sia totalmente estraneo ai canoni culturali britannici e comprendiamo lo stupore “british” dell´Economist, ma proprio per questo motivo, in 14 anni è mai possibile che non siano riusciti ad indagare il perché e il percome Berlusconi è sempre qui e per la terza volta sarà a capo del Governo? I lettori dell´Economist certamente se lo chiedono, e così facciamo noi. Mamma mia, però, più di un decennio di attesa ci sembra troppo!
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