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Una ventata di diritti umani

“Nessuna forza potrà arrestare la fiaccola olimpica, malgrado gli incidenti di Parigi e di Londra”. La dichiarazione arriva direttamente dal comitato organizzatore dei giochi olimpici di Pechino (Bocog).
 
La stampa cinese (nota per la scarsa indipendenza dal governo) si scaglia contro le due potenze europee. Secondo il Global Times “La Francia non ha protetto la sacra fiamma”. Il Quotidiano del Popolo (del Partito comunista) scrive oggi che quanto accaduto esprime “il disprezzo degli stranieri per il popolo cinese”. La Cina smentisce lo spegnimento della fiamma che ieri ha attraversato la capitale francese, provocando proteste represse dalla polizia a colpi di manganelli. In un comunicato diffuso sul sito internet del ministero degli affari cinesi, la Repubblica Popolare condanna “la deliberata perturbazione della staffetta della fiamma olimpica da parte dei movimenti separatisti tibetani che hanno mancato di rispetto allo spirito olimpico e alle leggi francesi e britanniche”. E aggiunge: “Le loro riprovevoli azioni offuscano il nobile spirito olimpico e rappresentano una vera sfida lanciata alle migliaia di persone appassionate dei giochi olimpici in tutto il mondo”. A placare le polemiche non è di certo Sebastian Coe, presidente del Comitato organizzatore dei Giochi olimpici di Londra 2012, a cui sarebbe scappato: “I cinesi sono orribili, non parlano inglese, penso siano criminali”. È accaduto proprio a Channel 4. Un giornalista dell’emittente, a causa di un guasto o di un errore, durante un collegamento ha accidentalmente ascoltato la conversazione tra l´ex campione olimpico dei 1500 metri nel 1980 e 1984, e Jackie Brock-Doyle, una portavoce. La portavoce di Londra 2012, sollecitata dall’emittente britannica, non ha smentito le dichiarazioni di Coe. “Stava facendo commenti sui resoconti fatti dai media sul ruolo avuto da chi accompagnava la fiaccola durante la staffetta di ieri: stava esprimendo la sua preoccupazione riguardo il modo in cui veniva trattato da loro mentre era impegnato nella staffetta”.
 
Ieri la famosa torcia ha lasciato l’Europa e, imbarcata sull’aereo “Pechino 2008” si è diretta alla volta degli Stati Uniti. Ad aspettarla c’è San Francisco, già in fermento e pronta a protestare per il suo passaggio. Ieri due megastriscioni sono stati appesi sul Golden Gate. In uno si legge “One world, one dream”. Nell’altro “Free Tibet”. Per evitare scontri con le forze dell’ordine, questa volta sarà mantenuto il massimo riserbo sul percorso del tedoforo. “L´organizzazione della staffetta è stata temporaneamente modificata per proteggere la sicurezza e la dignità della fiaccola olimpica” afferma per il comitato olimpico internazionale (Cio) Jiang Ju. Dagli Usa si leva anche una voce istituzionale in segno di protesta contro la repressione della rivolta tibetana e la condizione di diffusa e generalizzata violazione dei diritti umani in Cina. È la voce di Hillary Clinton, candidata alla nomination democratica, che ha chiesto ufficialmente al presidente George W. Bush di boicottare la cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Pechino.
 
In queste ore il Cio sta valutando la possibilità di abbandonare il percorso mondiale della fiaccola olimpica. Entro la fine della settimana si riunirà a Pechino per decidere sull’eventuale rinuncia alla luce dei fatti di Londra e Parigi.
 
Intanto la prossima tappa prevista è per venerdì a Buenos Aires: qui sarà Diego Armando Maratona a rivestire i panni del primo tedoforo, mentre l’ultima sarà l’ex campionessa di tennis Gabriela Sabatini.. La città argentina, che da settimane manifesta il suo disappunto per la situazione tibetana, si prepara alle dimostrazioni con il rafforzamento delle misure di sicurezza: oltre1200 poliziotti e 3000 dipendenti municipali e volontari lungo il percorso urbano.
 

Nel frattempo il Dalai Lama non getta la spugna: l’ex presidente sovietico Mikhail Gorbaciov ha ricevuto una telefonata in cui il leader spirituale in persona gli avrebbe chiesto, come presidente del Forum dei premi Nobel, un intervento nella risoluzione della crisi in Tibet. Gorbaciov si è detto preoccupato per quanto sta accadendo nella regione ed è convinto che è ancora possibile trovare “spazio per il dialogo”, ma “tutte le parti in causa devono dar prova di prudenza ed evitare atti sconsiderati”.

 


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