La giunta militare al potere ha disposto il sequestro degli aiuti alimentari Onu alla Birmania (38 tonnellate di biscotti ad alto valore energetico capaci di nutrire per diversi giorni quasi 95 mila persone). Domani, tuttavia, il Pam riprenderà con due voli umanitari. Nel frattempo le Nazioni Unite tentano la via del dialogo con Rangoon, per far sì che non si inceppi più il meccanismo dell’aiuto internazionale d’emergenza. Ma il regime che è al potere si è detto non disposto ad accettare l’aiuto esterno, precisando di voler distribuire con le proprie risorse i carichi di cibo e medicine inviati dalla comunità internazionale.
Con una dura dichiarazione il primo ministro thailandese, Samak Sunderavej, ha annullato la sua visita nell’area colpita dal ciclone. “Dopo che hanno detto che il personale straniero non è benvenuto non ha senso che io vada là”, ha detto Sunderavej.
Ma la catastrofe non cancella l’agenda istituzionale. Domani è previsto il referendum sulla nuova costituzione. Rimandato di quindici giorni solo per le aree direttamente colpite da Nargis. Cade dunque nel vuoto l´appello del partito del premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi (agli arresti domiciliari) che ha chiesto ai militari il rinvio della consultazione referendaria.