Il grande polverone è stato sollevato. Marco Travaglio, giornalista d’inchiesta che ha sempre supportato valide prove alle sue tesi, è caduto nella intricata questione del limite tra la libertà di espressione e diffamazione a mezzo stampa. La vittima è il neo ministro Renato Schifani.
La trasmissione di Fabio Fazio, che anche nei tempi più bui della Rai è riuscita a dar voce a chi non ne aveva, è dovuta ricorrere alle scuse riparatorie proprio ieri sera, il giorno dopo la puntata in cui Travaglio ha preso la parola. Naturalmente l’ordine è arrivato dall’alto. Cappon chiede “perdono”.
L’unico politico rimasto a difendere Travaglio è Di Pietro. Anna Finocchiaro, capogruppo del Pd, non ci sta: “Non si può accusare di collusione il presidente del Senato senza contraddittorio”. Così Violante, che taccia la questione di “pettegolezzo”.
Fabio Fazio ha pubblicamente invitato Roberto Schifani in trasmissione per una replica. La Lettizzetto ci ha ironizzato un po’ su, col suo consueto stile tagliente. Ora non resta che aspettare e vedere se per il giornalista ci saranno conseguenze legali. Qualora dovesse essere giudicato “colpevole“, la conseguenza potrebbe essere il divieto di apparizioni televisive.
