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Il tempo della crescita

Il discorso che Silvio Berlusconi ha formulato oggi alla Camera, in occasione della presentazione del programma di Governo, è stato molto equilibrato e condiviso. Anche l’opposizione l´ha applaudito. Forse il segno che, finalmente, sono state superate le posizioni contrapposte, da fazioni in guerra.
Tra i passaggi chiave del discorso del presidente Berlusconi, quello dedicato alla sicurezza.“La sicurezza della vita quotidiana deve essere completamente ristabilita. Non abbiamo mai cavalcato e non cavalchiamo la paura. La prima regola della democrazia è che la sicurezza è sinonimo di libertà”.
Per Berlusconi, il progetto di “riscatto e di rilancio” dell’Italia deve passare attraverso una volontà comune nelle modifiche istituzionali “che oggi, dopo la lunga fase di divisione del passato, sono sostanzialmente condivise da una larga maggioranza del Parlamento”.
Le riforme istituzionali per questo nuovo governo sono “ineludibili”. È necessario, dunque, “un contestuale e robusto incremento della capacità di controllo delle assemblee elettive, anche attraverso le modifiche ai regolamenti parlamentari”. L’obiettivo è “la riduzione sensibile del numero degli eletti e la definizione di compiti diversi delle due Camere”. Proprio come “un assetto federalista dello Stato, che superi le difficoltà incontrate con la riforma del Titolo V della Costituzione”. Serve per Berlusconi “una riconsiderazione attenta e condivisa della legge elettorale, anche nella prospettiva del referendum della prossima primavera”.
Quindi ha continuato sul federalismo e sul terreno molto delicato delle migrazioni: “Crescere significa anche aumentare la capacità di scambio con il resto del mondo, assorbire migrazioni interne ed esterne senza lasciarci penetrare da senso di sconfitta e di chiusura che oggi si è diffuso”.
Ma la crescita dovrà essere perseguita anche attraverso il perseguimento della lotta agli incidenti sul lavoro e all’evasione fiscale. Un occhio di riguardo, quindi, per Alitalia, magistratura, la politica estera di difesa.
Poi, il segnale all’opposizione: “Noi siamo a disposizione, noi siamo pronti: il dialogo può e deve cominciare da subito. Nessuno deve sentirsi escluso. Non sono mai stato un uomo solo al comando, ho sempre avuto fortissimo il senso della squadra e delle relazioni personali all´insegna della gentilezza e del garbo, i veri giacimenti culturali dell´identità italiana; all´insegna della solidarietà e della compattezza di un lavoro tipicamente collettivo come quello di guidare lo Stato”.
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