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Israele ‘infiamma’ Torino

Non bastava l´ingerenza del figlio di Gheddafi sul prossimo Governo italiano. Continuano a Torino le polemiche di gruppuscoli dell´estrema sinistra che hanno bruciato la bandiera Israeliana e quella degli Stati uniti e che non paghi- attraverso le parole dello scrittore Ramadan – attaccano pesantemente il Capo dello Stato e il neo eletto Presidente della Camera – Gianfranco Fini – per le loro posizioni ree di essere troppo “solidali” con quelle Israeliane. E´ sconcertante quello che accade alla Fiera annuale del Libro, luogo principe deputato alla cultura. La cultura, questa sconosciuta, dovrebbe essere fondata sullo scambio, sull´integrazione, sulla tolleranza. Chi brucia le bandiere non ha mai ragione, nè ne può avere. Così un Presidente, come il nostro, che – giustamente – riconosce la legittimtà di uno Stato, quello Israeliano, che il 14 maggio prossimo compirà 60 anni, viene messo alla berlina da quattro facinorosi, livorosi per la loro democratica messa al bando parlamentare e ora in giro per le città a bruciare i simboli della cultura e della nazione di altri paesi del mondo. E´ sconcertante assistere a simili atti di violenza e ascoltare parole allarmanti nei confronti della Comunità ebraica e dei cittadini Israeliani, soprattutto quando provengono da consessi come quello di Torino. Se la sinistra ha fatto l´occhiolino ai Gheddafi sul loro veto contro Calderoli ministro, ci auguriamo che questa volta non strizzi l´occhio agli scrittori arabi e ai centri sociali della Sinistra critica. Sarebbe un´offesa gravissima contro il democratico Stato di Israele e un colpo durissimo pe rla nostra dignità e la nostra diplomazia.
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