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Vendesi aiuti

In Myanmar la situazione non migliora, ma peggiora. Peggiora col passare delle ore, peggiora con l’aumento delle epidemie che solitamente si scatenano dopo una catastrofe naturali di così vaste proporzioni. Ma peggiorano anche, soprattutto ai nostri occhi, perché ora le notizie iniziano a trapelare.
 
Dal sito di peacereporter arriva una notizia incredibile. Non solo la giunta militare birmana blocca ogni genere di aiuti esterni al Paese ma, all’oscuro della Comunità internazionale, metterebbe in vendita sul mercato nero tutto ciò che è commerciabile. Il giornalista Gianrigo Marletta di peacereporter racconta nel suo reportage di aver visto con i suoi occhi l’autista che guidava “il furgoncino di cibo da portare nei campi profughi accampati nelle zone del delta”, dove lui stesso viaggiava, aver tirato fuori “dal cruscotto una bottiglia d’acqua minerale e dopo averne bevuto un sorso, in perfetto inglese dice di averla acquistata al mercato”. “La cosa – continua il giornalista – non avrebbe sconvolto nessuno se la marca di quell’acqua non fosse stata Singha: un’acqua imbottigliata in Thailandia, mai approdata sul mercato birmano. Quella bottiglia faceva parte di un carico di viveri appena donato dal governo tailandese”.
 

Aumentano i sospetti, dunque, sulla possibilità che numerosi organismi facenti capo al regime birmano vendano ormai da giorni gli aiuti donati da altri Paesi. E, a confermarli, le testimonianze che arrivano sempre più numerose col passare delle ore. Intanto i militari ai confini non fanno passare i giornalisti stranieri: è troppo forte il timore che vengano raccontate le scomode verità.

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