Esce il caso, scoppia l’inchiesta. Scappa il morto, parla il politico.
La “clinica degli orrori” di Santa Rita di Milano ha riaperto il vaso di Pandora della malasanità. Quella pubblica e quella privata. Il sottosegretario al Welfare, Ferruccio Fazio, ha annunciato ieri in Senato che i “controlli campionari sulle cartelle cliniche passeranno dal 2 al 10%”. Ma è sicuro che per evitare “cliniche degli orrori” che succhiano linfa dal Sistema sanitario nazionale sia solo questa la strategia da mettere in campo? Certamente non sarà d’aiuto il grande taglio alla sanità con cui la manovra prevista nella Finanziaria triennale infierirà pesantemente sugli enti locali. A scapito dei servizi – già scadenti – al cittadino, che cercherà riparo nel privato, esponendosi anche qui, a possibili disfunzioni sistematiche.
Questioni economiche a parte, nelle ultime ore “gli scandali salute” trovano maggior spazio su riviste, quotidiani on line e cartacei, ma soprattutto nei blog e nei loro commenti.
E allora si scopre che forse non è cambiato poi così tanto da quell’inchiesta feroce firmata Fabrizio Gatti che, travestito da uomo delle pulizie, per l’Espresso dedicò un mese intero al “Policlinico Umberto I di Roma, il più grande ospedale d’Italia, uno dei più grandi al mondo”. Qui, nella terra di nessuno, dove nessuno sa neanche il numero esatto dei dipendenti, dove pericolose provette contenenti virus contagiosi sono accessibili a chiunque, dove i malati vengono trasportati in barella, spinti lungo corridoi pieni d’immondizia da portantini che nel frattempo fumano l’ennesima sigaretta. Dove le cartelle cliniche – con tanto di nome e cognome dei pazienti – di cui Fazio chiede maggior controllo (ex post) vengono buttate, accatastate, in angoli bui e sporchi, alla mercé di tutti. Ebbene, cosa è cambiato da quella inchiesta di un anno e mezzo fa? È servito a qualcosa denunciare la situazione ospedaliera romana?
Ma, soprattutto, se tutto ciò accade a Roma, la capitale d’Italia, cosa si verifica in altre città?
“E il tuo ospedale com´è?”
La redazione di Formiche lancia un´iniziativa: se avete storie da raccontare sulla malasanità, inviatele a info@formiche.net, noi daremo voce alla vostra denuncia pubblicandola sul nostro sito.
