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Gli innocenti di Hadita

Innocente. Questo il verdetto della giuria della corte marziale californiana che ieri ha assolto un ufficiale dei marines imputato per la strage di Hadita in Iraq, episodio in cui nel 2005 persero la vita 24 civili iracheni. Il sottotenente Andrew Grayson, di 27 anni, è stato dichiarato “innocente per tutti i capi d´accusa” a suo carico. A renderlo noto è stato un portavoce della base di Camp Pendleton (130 chilometri a sud di Los Angeles).
Il processo ha avuto inizio in questa base militare il 29 maggio 2007. Il giovane militare assolto è stato il primo ufficiale ad esser stato posto sotto processo per quei fatti. L’accusa sosteneva che il 19 novembre 2005, in seguito alla morte di un loro compagno militare, rimasto ucciso dall´esplosione di un ordigno artigianale nel villaggio a 260 km a ovest di Baghdad, procedevano alla perquisizione delle abitazioni dell’area. Durante quella operazione la procura sostiene che i marines avrebbero aperto il fuoco su civili inermi, uccidendone 24, tra cui donne e bambini. Sempre secondo la procura, inoltre, il marines avrebbe dichiarato il falso agli investigatori cercando di “coprire il peggior crimine di guerra rimproverato all´esercito Usa in Iraq”.
Rimangono incriminati altri sette marines. Quattro soldati presenti sulla scena, e tre ufficiali sui quali, come il sottotenente Grayson, pendeva il sospetto di “depistaggio”. Cinqe di questi hanno beneficiato del “non luogo a procedere”. Con la decisione di proscioglimento a vantaggio di Grayson, ad oggi rimangono imputati solo altri due militari: il sergente Frank Wuterich e il colonnello Jeffrey Chessani. Ma anche per loro non dovrebbe tardare ad arrivare il verdetto finale della corte marziale di Camp Pendleton.
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