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Inferno afghano

Prima di dare inizio ad “un nuovo inferno di fuoco” la Nato ha annunciato il bombardamento di oggi nel sud dell’Afghanistan.
Lo ha fattola scorsa notte lanciando dei volantini dai suoi aerei, per dare il tempo agli abitanti dell’area di fuggire o di mettersi al riparo dai bombardamenti a tappeto contro i talebani. Sui volantini c’era scritto: “Le forze afgane, appoggiate da quelle dell´Isaf, stanno arrivando per cacciare i nemici dell´Afghanistan. Tenete le vostre famiglie al sicuro mentre si combatte vicino alle vostre case. Rimanete in casa mentre le forze afgane combattono i nemici del paese”.
Proprio per questo motivo i taliban, uniti a i militanti del movimento di studenti coranici, questa mattina hanno posizionato mine e distrutto villaggi costringendo civili a non fuggire, rimanendo al loro fianco.  Secondo un portavoce del ministero della Difesa di Kabul la maggior parte circa 400 “terroristi” presenti nel distretto di Arghandab, a nord di Kandahar (“culla del movimento degli studenti islamici), sarebbero “combattenti stranieri”. Probabilmente in buona parte si tratta degli evasi del carcere distrutto da un attentato kamikaze pochi giorni fa.
Oggi la Nato ha confermato che la bomba esplosa ieri sul ciglio di una strada della provincia meridionale di Helmand, ha ucciso quattro soldati dell´Isaf e ne ha feriti due. I quattro militari morti sono di origine britannica. Tra questi c’è anche una donna.
La Gran Bretagna impiega circa 7.800 militari in Afghanistan. Quasi tutti si trovano nella provincia di Helmand, regione famosa per il fatto che da sola copre la metà della fornitura mondiale di oppio. Dal 2001 ad oggi il numero dei soldati britannici uccisi in Afghanistan è arrivato a 106.
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