L’incantesimo si è spezzato. Il clima di concordia che regnava tra maggioranza ed opposizione, e che aveva fatto guadagnare loro anche il plauso del Sommo Pontefice, si è dissolto quando alla miscela è stata aggiunta “la goccia delle intercettazioni”. E la ricetta si è guastata.
È la prima volta, dall’insediamento del governo di centro-destra, che il leader del Partito democratico si oppone veramente. È il primo no di Walter Veltroni a Silvio Berlusconi.
La sorpresa: la Lega Nord, con il sottosegretario alle Infrastrutture Roberto Castelli, durante l’intervista su Rai Tre di Lucia Annunziata all’interno del programma “In ½ ora”, ricorda all’Italia che, in fondo, la sua natura è sempre e comunque quella di una forza di coalizione, ma distinta dal Pdl.
Da via Arenula il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, cerca di abbassare i toni: “Nessuno vuole comprimere le indagini, o togliere ai magistrati il potere di indagare”. La volontà sarebbe solo, sostiene lui, nella razionalizzazione del sistema e nel contenimento delle spese.
È l’ondata di polemica sollevata dall’Associazione nazionale magistrati. E la stampa? Come si poteva già facilmente presagire è sul piede di guerra. La Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi) invita a non restringere gli spazi d´informazione e annuncia che lei stessa “metterà in atto contro questa proposta ogni azione necessaria, come già aveva fatto nella scorsa legislatura contro l´analogo disegno di legge Mastella”.