Certe cose non avvengono solo in “Casa nostra”. E, se vogliamo, quando il palcoscenico è l’America, la tragedia assume proporzioni talmente vaste da far risultare briciole le malefatte dei nostri criminali.
Il 1° marzo l’Fbi e il dipartimento di giustizia hanno lanciato l’operazione “malicious mortgage” che ha portato all´arresto di 283 persone, di cui 173 già condannate, su un totale di 406 incriminati.
Il “luogo del delitto” è Wall Street, dove si è anche “consumata” la crisi dei mutui subprime. Solo nelle ultime 24 ore gli arrestati sono stati 60. Arrestati anche due ex manager di Bear Stearns, con l’accusa di frode, complotto e insider trading.
In tutto 144 casi di frode, con perdite per 1 miliardo di dollari.
“L´operazione mira a distruggere individui e gruppi coinvolti in frodi sui mutui. L´Fbi – spiega Robert S. Mueller, direttore del Fedral Bureau of Investigation – continuerà a dirigere le indagini e combattere contro le frodi che minacciano la nostra economia”.
Edward Little, avvocato di Ralph Cioffi, uno dei gestori di hedge fund falliti che facevano capo a Bear Stearns e che è stato arrestato in queste ore, ha detto alla stampa: “Il suo fondo è stato il primo a fallire e questo lo rende una preda facile, ma non significa che abbia fatto qualcosa di sbagliato”.
Secondo questi difensori “perdere soldi non è un crimine”, dunque, i loro clienti sarebbero “innocenti” e “capri espiatori per un´estesa crisi dei mercati”.
Strani pensieri. Come fare, infatti, a non considerare un crimine, l’aver “gravemente violato la fiducia pubblica”?