Dal vertice della Fao di Roma il presidente dello Zimbabwe, Robert Mugabe, ha lanciato forti accuse contro la Gran Bretagna, sostenendo la sua responsabilità nell’appoggiare gli sforzi occidentali nell’azione di “illegal regime change” all’interno del suo Paese. Colpa che si sarebbe tradotta nella totale paralisi economica nazionale.
“Il Regno Unito – ha dichiarato Zimbabwe – ha mobilitato i suoi amici e alleati in Europa, nel nord America, in Australia e Nuova Zelanda per imporre sanzioni economiche illegali contro lo Zimbabwe”. Poi ha aggiunto, secondo quanto riportato dal sito Africasia: “Tutto ciò è stato fatto per destabilizzare l’economia dello Zimbabwe e, pertanto, per compiere uno stravolgimento illegale di regime nel nostro Paese”.
A suo giudizio l’Occidente avrebbe inoltre tagliato gli aiuti allo sviluppo e avrebbe spinto le compagnie a non stringere accordi commerciali con lo Stato africano. Quindi Mugabe sferra un attacco feroce e dichiara apertamente di fronte al mondo che gli aiuti economici sarebbero stati inviati usando il canale delle organizzazioni non governative (ong) per finanziare i partiti politici dell’opposizione “che sono una creazione dell’Occidente”.
Il presidente dello Zimbabwe ha inoltre denunciato che “queste ong hanno utilizzato il cibo come arma politica”. Secondo il dittatore proprio il cibo sarebbe stato sfruttato come strumento di pressione contro il governo nelle aree rurali. Queste affermazioni sarebbero sostenute dalla tesi mugabiana secondo la quale il Regno Unito non sarebbe d’accordo sulle riforme agrarie del dittatore che hanno stabilito l’espropriazione della terra nei confronti di circa 4,000 proprietari terrieri (per lo più britannici), a favore di 300,000 famiglie.
