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Parola d’onore

Sembra proprio che Silvio Berlusconi non si sia fatto sfuggire il consiglio che questa mattina Angelo Mellone ha avanzato dalle pagine de il Riformista.
E “il finale a sorpresa, il botto, l’effetto speciale” con cui il Cavaliere ha salutato i terzorepubblichini è arrivato. Con un po’ di ritardo rispetto al “Carosello” di tre giorni fa. Ma, comunque, arrivato.
“Non esiste una norma salva-premier. Ho indignazione di questo e dirò ai miei legali che io non voglio approfittare di questa norma perché voglio allontanare qualunque sospetto. Questa è una norma salva-tutti”. A prescindere dal fatto che il premierato in Italia non esiste (o, perlomeno, non ancora), da Bruxelles arriva il grido di un Berlusconi infuriato.
Sulla falsità delle accuse, mosse negli ultimi giorni da opposizione e stampa, il “Berlusconi formato statista”, che da Nord a Sud solleva e trascina le masse, è pronto a giurare sui suoi stessi figli. “Un fatto – contrattacca il presidente – che non posso permettere perché, oltretutto, mi si accusa di qualcosa che non esiste”. E “se uscisse fuori anche solo un´ombra” della sua colpevolezza, lui – parola d’onore – si ritirerebbe.
Il processo Mills, dunque, andrà avanti. Con o senza Nicoletta Gandus.  
Se, come confermava addirittura il recente sondaggio di Repubblica.it, il presidente del Consiglio già aveva “il Paese in mano e l’opposizione al tappeto”, quanto salirà ancora (se salirà) l’indice di gradimento dell’opinione pubblica?


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