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Punto di non ritorno

Il ministro degli Esteri Franco Frattini ha spiegato ieri da Lussemburgo che l’Italia non può più tirarsi indietro per quanto riguarda il Trattato di Lisbona.
Inutile, dunque, che la Lega nord esulti di fronte al “no” referendario dell’Irlanda.
 
Frattini sa “che il Trattato non entrerà in vigore il primo gennaio 2009” e non “se e quando entrerà in vigore”. Tuttavia, è convinto che per l’Italia sia “indispensabile” procedere con la ratifica, perché “la globalizzazione si affronta non con meno ma con più Europa, solo che questo va spiegato”.
 
I 27 ministri sono al lavoro per escogitare “il piano B” per salvare il Trattato sull’integrazione europea.
 
L’insuccesso in Irlanda per Frattini è stato causato da una comunicazione insufficiente, mentre “l´Europa deve essere comunicata, altrimenti sembra che costruiamo solo una burocrazia”. Poi continua: “È chiaro che rispettiamo la decisione democratica dei cittadini irlandesi, ma io penso che loro hanno detto di no perché non hanno ben compreso”.
 

“The irish no” ha scatenato la bufera anche in Italia. Walter Vetroni ha già chiesto le dimissioni del ministro della Lega, Roberto Calderoni, sostenendo che non “può rimanere ministro della Repubblica uno che dice che il Trattato europeo deve essere stracciato”.

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