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Scivolone britannico

Certo il meeting a Londra non è proprio dei più tranquilli. E quanto accaduto nelle ultime ire è stato già etichettato “scivolone diplomatico” dell’anno.
È accaduto quando Gordon Brown ha annunciato a Gorge W. Bush le nuove sanzioni dell’Unione europea nei confronti dell’Iran, proprio come conseguenza del rifiuto di Mahmud Ahmadinejad di fronte al “pacchetto” di incentivi presentatogli pochi giorni fa da Javier Solana. Brown avrebbe addirittura indicato l’ora in cui sarebbero state formalizzate. Tuttavia i ministri degli Esteri riuniti a Lussemburgo hanno negato. Non è certo stata uno dei più alti momenti di politica estera britannica quando gli stessi ministri degli Esteri hanno dichiarato ai giornalisti, curiosi e in cerca di conferme e dettagli della “notizia bomba”: “Noi, vogliamo dare tempo al negoziato con Teheran”.
Bush junior già esultava pensando di aver portato a termine la sua “european mission” con successo quando l’inquilino di Downing Street, nella conferenza stampa congiunta nella Sala del Trattato di Locarno del Foreign Office Building, ha dichiarato: “La Gran Bretagna chiederà oggi all’Unione Europea di adottare nuove misure contro Teheran e l’Unione Europea accetterà. La prima decisione sarà il congelamento dei beni della Melli Bank che si trovano all’estero e la seconda riguarderà i settori del petrolio e del gas”.
Le ore 15,00, momento in cui Brown aveva detto che sarebbe stata fatta la dichiarazione, scoccavano. I giornalisti allora, non vedendo arrivare alcuna dichiarazione, chiedevano se per caso avessero dovuto far riferimento all’ora di Londra o di Bruxelles. Inutile: la dichiarazione non sarebbe mai arrivata.
 
Ed è proprio Fratini che spiega: “Stiamo aspettando le risposte di Teheran alle nuove proposte economiche”, riferendosi all’offerta di centrali ad acqua leggera, fornendo il carburante nucleare e impegnandosi a cooperare sullo smaltimento delle scorie. Un negoziato tutto europeo, anche sulla scia delle volontà del “Cesare statunitense”, convinto della liceità del nucleare civile, ma non dell’arricchimento per scopi bellici.
 
La Casa Bianca era imbarazzatissima. A poco è servito l’intervento in serata di Gallach, portavoce di Solana, che ha confermato nuove sanzioni: “Siamo pronti al nuovo passo, prenderemo una decisione”.
 
Dunque, anche i negoziati europei non hanno dato buoni frutti. Arriva il tempo delle sanzioni.
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