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Pimby_ la rassegna stampa quotidiana

IN SCENA IL G8_CLIMA, ENERGIA, E CIBO IN CIMA ALL´AGENDA DEI GRANDI DEL MONDOVa in scena il G8. I temi importanti da affrontare sono tanti: energia e cambiamenti climatici in primis. In molti si attendono dichiarazioni che lasciano prevedere un ritorno agli investimenti nel nucleare.Previsto anche il raggiungimento di un accordo sugli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 al 2050 (-50%). Non tutti però sono convinti che questi impegni possano bastare. In allegato due articoli a riguardo.Da La Stampa di oggi, “Fame e petrolio. Il G8 rilancia con il nucleare. Documento congiunto per centrali più pulite e sicure”.Da Repubblica di oggi, “Le sfide mancate, dal cibo al clima”.PREZZO DEL PETROLIO E SCENARI ALTERNATIVI_ANALSI E PROPOSTETiene banco anche la discussione sul caro petrolio. C´è chi sostiene che l´impennata dei prezzi sia dovuta a comportamenti di tipo speculativo e  chi pensa che il fattore chiave sia invece la crescente domanda dei mercati emergenti. Quale che sia il vero motivo si sente il bisogno di alternative al petrolio. In allegato un articolo del direttore dell´agenzia nucleare russa sulle potenzialità dell´industria nucleare  e un´analisi di Paolo Leon sul futuro del gas remoto (per il cui sfruttamento servono i tanto contestati rigassificatori).Dal Repubblica Affari & Finanza di oggi, “Petrolio, non solo speculazione”. Articolo di Paul Krugman.”Perchè i politici sono così solleciti ad addossare la responsabilità del prezzo del petrolio agli speculatori? Perchè così facendo sono indotti a credere che non dobbiamo adeguarci a un mondo nel quale la benzina è molto costosa”. “(…) questo lascia intuire che è la crescente domanda dei mercati emergenti il vero fattore all´origine dell´aumento delle materie prime, petrolio inlcuso, e non la speculazione”. “La maggior parte degli aggiustamenti verso prezzi più alti del petrolio avverrà tramite l´iniziativa privata, ma il governo può aiutare in molti modi il settore privato, per esempio dando un effettivo contributo a sviluppare tecnologie alternative, nuovi modi di conservazione dell´energia, l´espansione delle reti dei trasporti pubblici. Se però daremo retta a chi ci garantisce che è sufficiente auspicare che i prezzi del petrolio si abbassino per vederli calare, non avremo nemmeno un punto fermo da cui partire per sviluppare una politica energetica intelligente”.Da La Stampa di sabato 5 luglio, “Lo sviluppo che verrà dal nucleare”. Articolo di Sergei Kririyenko, direttore generale dell´agenzia nucleare russa.”Le ultime previsioni sulla crescita del consumo di energia e sullo sviluppo di nuove tecnologie in campo energetico si sono dimostrate false. I consumi sono cresciuti velocemente, ma nuove fonti di energia non saranno commercialmente disponibili prima del 2030. I prezzi del petrolio sono aumentati molto, ma 130-140 dollari al barile non sono sufficienti al finanziamento di quei nuovi pozzi, fondamentali per soddisfare l´economia mondiale. Le fonti d´energia alternativa non sono in grado di provvedere al necessario bilanciamento. E i loro costi come conferma il prezzo dell´etanolo, provano la vecchia massima: l´energia non è mai a buon mercato.” “(…) Un altro importante vantaggio di questa energia (il nucleare, ndr) è la sua capacità di generare contemporaneamente acqua desalinizzata. Questo contribuirà ad alleviare la crisi alimentare su due fronti. Le nazioni africane hanno carenza di acqua dolce per l´agricoltura e allo stesso tempo l´acqua dolce potrebbe diventare l´ennesima emergenza della crisi alimentare”. “L´accesso a fonti di energia economiche ed affidabili è una condizione fondamentale per lo sviluppo di sistemi economici sostenibili in qualunque Paese. Un numero crescente di nazioni industrializzate e di economie emergenti è ormai consapevole della necessità di sviluppare sul proprio territorio tecnologie d´energia atomica per scopi civili. Più di 600 nuovi reattori verranno costruiti nel mondo entro il 2030. Questo evidenzia l´urgenza di aumentare le restrizioni all´uso dell´energia nucleare. E´ un diritto di ogni Paese accedere ai benefici del nucleare per scopi pacifici. Ma è diritto della comunità internazionale richiedere l´accettazione incondizionata delle norme di sicurezza e delle garanzie di non proliferazione”.Da l´Unità di sabato 5 luglio, “Petrolio e inflazione: il futuro si chiama gas”. Articolo di Paolo Leon.”(…) Alla fine senza nulla togliere alle politiche per la riduzione dei gas serra, sembra che, in assenza di una qualche regolazione finanziaria e commerciale, le alternative strutturali siano solo due: le centrali nucleari (ma ci vorranno molti anni e molto uranio per avere effetti sui prezzi) o il ricorso al gas remoto – quello che ha bisogno dei gassificatori e del trasporto in metaniere”.PROCESSI DECISIONALI_DECISIONISMO VS PARTECIPAZIONEDa La Stampa di oggi, “Tav più veloce se si decide con i cittadini”. Articolo di Francesco Ramella.”L´accordo maturato in questi giorni sulla Tav ha riportato sotto i riflettori le modalità decisionali utilizzare per le grandi opere pubbliche. Infrastrutture che producono non solo benefici diffusi ma anche costi localizzati nelle aree in cui vengono costruite. Questi fenomeni favoriscono la sindrome Nimby (Not in my backyard, non nel mio cortile). L´esplosione cioè di quei movimenti e comitati che si oppongono, con tutti i mezzi, alla realizzazione di queste opere. Di fronte al moltiplicarsi di simile eventi c´è chi auspica uno “stile decisionistico” di governo, per cui prima si prendono le decisioni e poi, caso mai, si difendono. Ma soprattutto si applicano. Costi quel che costi. Dietro questa impostazione di intravede una domanda di autonomia delle istituzioni e la ricerca di leader forti, capaci di rompere lo stallo paralizzante delle mediazioni sociali. L´idea è che per fare innovazione, in Italia, ci sia bisogno di prendere le distanze da una società sempre più corporativa e particolaristica, permeata da potenti lobbies (di vario genere) che bloccano le decisioni di utilità collettiva. Naturalmente questa linea coglie aspetti di un problema realmente esistente. E tuttavia vicende come quelle della Tav mostrano che la scorciatoia decisionista non sempre rappresenta la via più efficace. Rischia, al contrario, di incanalare il processo decisionale nel vicolo cieco del muro contro muro. Da qui deriva una posizione di chi sostiene invece l´esigenza di una riscoperta del momento partecipativo, “a monte”, delle decisioni, in modo da prevenire o mediare il conflitto sociale e facilitare la loro esecuzione “a valle”. Questa prospettiva sposta l´attenzione sul proliferare – specialmente a livello locale- di efficaci esperimenti basati su processi deliberativi di tipo inclusivo, aperti cioè al contributo della società civile. Oggi infatti la disaffezione istituzionale e la sfiducia nelle elite, che pervade le democrazie mature, non porta necessariamente al riflusso nel privato, bensì stimola forme di partecipazione che aumentano la frammentazione sociale e riducono la capacità di governo delle istituzioni. (…) Da un lato i cittadini si isolano in sfere di vita sempre più ristrette e dall´altro si mobilitano solo per obiettivi particolari (quelli che li toccano direttamente) perdendo di riferimento l´identità collettiva e i beni pubblici. Il vero problema, perciò, è quello di creare nuove forme di rappresentanza collettiva. Si tratta, in altri termini, di gettare ponti tra le società e le istituzioni, ricostruendo i nessi intermedi tra politici e cittadini. Che si sono drammaticamente allentati con la crisi dei partiti di massa. A tal fine è anche necessario immaginare processi decisionali in grado di contemperare il dialogo sociale con la certezza dei tempi delle decisioni”.ACCORDI IMPRESE/ENTI LOCALI_CIVITAVECCHIADal Sole 24 Ore di sabato 5 luglio, “Civitavecchia: c´è l´accordo Enel-enti locali”.”Accordo fatto e contenzioso chiuso tra amministrazioni locali e Enel. Via libera a colpi di garanzie ambientali e compensazioni economiche per la rinnovata centrale elettrica di Civitavecchia, in corso di trasformazione a carbone pulito. Tra i punti dell´accordo, firmato dal Presidente della Regione Piero Marrazzo, la riduzione di un terzo delle emissioni totali annue in atmosfera già autorizzate; l´attuazione degli interventi socioeconomici a favore dei comuni firmatari (si parla di trasferimenti per oltre 14 milioni in tre anni al solo comprensorio di Tarquinia); la promozione di un “Tavolo della salute e dell´ambiente” coordinato dalla Regione.”


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