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Qualcuno salvi il soldato Pd

Nel tentativo di sconfiggere l’anomalia Berlusconi, la sinistra italiana ha provato ad implementare un’anomalia ancora più grande. Così, nel peggiore dei modi possibili, è nato il partito democratico. Così, nel peggiore dei modi possibili, potrebbe finire il partito democratico. Dinanzi al fallimento della formula “All inclusive” di Romano Prodi, Walter Veltroni scelse di ricorrere alla specialità preferita dai giovani dell’allora partito comunista: la mimesi. Non potendo e non volendo sciogliere i nodi della propria storia (anche recente), l’ex sindaco di Roma propone e ottiene di sciogliere Ds e Margherita, già essi stessi contenitori ibridi, fondendoli in una nuova sigla – il Pd – giammai collocata nell’ambito delle tradizionali famiglie politiche europee ma affiliata idealmente ai Democratici americani. Una capriola intellettuale che è costata un capitombolo elettorale.La bolla veltroniana è naturalmente esplosa ed è toccato ai militanti e dirigenti della sinistra, archiviare quell’idea sancendo al primo vero congresso del partito (con annesse primarie, l’altra grande mela avvelenata donata da Walter ai suoi compagni) la sua sconfitta e la vittoria di Bersani. Toccava a lui, al neo segretario, ridare identità e prospettiva a quella che si era rivelata un’amalgama mal riuscita. L’ideale mandato di Bersani era quello di rinforzare l’ancoraggio del Pd all´epopea della sinistra italiana e del socialismo europeo. Al prezzo di perdere qualche pezzo cattolico ma con il vantaggio di recuperare diverse personalità sparse in tanti cespugli. Forte della sua identità, avrebbe dovuto dialogare con la maggioranza di centrodestra e rafforzare il legame con l’altra opposizione, quella dell’Udc, per costruire una credibile alternativa di governo.Bersani, che resta comunque la migliore delle scelte possibili nel Pd, è riuscito solo in parte in questi intenti. I cattolici sono usciti dal partito, ma altri da sinistra non sono arrivati. Il dialogo con Berlusconi e l’alleanza con Casini sono apparsi, anche per responsabilità degli interlocutori, più elementi tattici che strategici. Da una parte il rapporto con Vendola (che andava incluso nel Pd subito, invece che tentare di escluderlo in Puglia) e dall´altro la totale assenza dei dirigenti Pd alle celebrazioni di Craxi, evidenziano i limiti di una politica che segna ancora il gioco di interdizione di una minoranza priva di senso della misura. Dal segretario del Pd era legittimo aspettarsi maggiore coraggio, scelte nette. Ha cercato invece di tappare le falle ed evitare strappi. Lo sforzo è encomiabile ma non premiante. Persino lo scioglimento del Pd appare una soluzione migliore rispetto a questa agonia. La verità è che la sinistra italiana ha bisogno di ritrovare se stessa, facendo i conti con il proprio passato e preferendo la normalità all´anomalia. L’alternativa è un lento naufragio nel mare dell’oblio.


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