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Sistri, un radar contro le ecomafie

 
Legalità, trasparenza, efficienza e risparmio nel settore dei rifiuti: questi gli obiettivi del Sistri, il sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti speciali. I rifiuti speciali sono, in generale, quelli che non rientrano tra i rifiuti urbani e sono oltre l’80% di quelli prodotti nel nostro Paese,  circa 147 milioni di tonnellate all’anno, il 10% dei quali pericolosi, che richiedono precisi adempimenti per lo smaltimento.
Si tratta degli stessi rifiuti su cui hanno costruito una parte del loro business le ecomafie, affari criminali per il territorio e per la salute pubblica che si fondavano proprio sulla relativa facilità di bypassare i meccanismi di controllo, complessi, farraginosi, costosi per le imprese ed alla fine spesso inefficaci.
Il governo ha voluto accelerare i tempi di una procedura avviata negli anni passati e mai portata a termine, attuare in concreto una nuova strategia volta a garantire un maggiore controllo della movimentazione dei rifiuti speciali, pericolosi e non, sfruttando le tecnologie più avanzate. D’ora in poi ogni rifiuto speciale potrà essere seguito in qualsiasi fase della filiera produttiva, dalla produzione allo smaltimento, senza possibilità di occultamento.
Grazie al Sistri, infatti, la cui gestione è affidata al Comando dei Carabinieri per la tutela dell’ambiente, finalmente potremo contare su un apparato di controllo adeguato e su un sistema in grado di sostituire procedure obsolete, inefficienti e onerose. Intendiamo così lanciare un ulteriore segnale, forte, nella lotta contro l’illegalità, insistendo sulla tolleranza zero nei confronti dei crimini ambientali.
Io credo che oggi si possano sconfiggere le ecomafie. La criminalità organizzata gestisce nel nostro Paese un sistema diversificato al quale dobbiamo contrapporne uno legale, strutturato, sicuro ed ecosostenibile basato su un forte collegamento operativo tra gli organi dello Stato. Mediante il Protocollo d’intesa firmato con la Direzione nazionale antimafia stiamo migliorando il coordinamento nelle attività di indagine, facendo sì che le strutture investigative e giudiziarie abbiano la possibilità di operare immediatamente per la repressione dei crimini ambientali. Con l’operatività del Sistri continuiamo sulla strada della legalità il cui proseguimento sarà il recepimento delle direttive europee sui rifiuti e sui reati ambientali, che puntano anche a rafforzare le pene. Un’occasione preziosa per rivedere la normativa penale: i reati ambientali devono rientrare in fattispecie ad hoc, in modo da avere un grande potere deterrente.
Con il Sistri, nell’ottica di controllare in modo più puntuale la movimentazione dei rifiuti speciali lungo tutta la filiera, viene posta particolare attenzione al trasporto e alla fase finale di smaltimento, con l’utilizzo di sistemi elettronici in grado di dare visibilità al flusso in entrata e in uscita degli autoveicoli nelle discariche. Va in pensione, così, il sistema di rilevazione cartaceo che finora, purtroppo, ha consentito di conoscere i dati relativi alla gestione dei rifiuti speciali con un ritardo di due, tre anni, creando difficoltà nell’impostazione di politiche ambientali mirate e con scarsa utilità ai fini dei controlli di legalità volti a specifici interventi repressivi.
Adesso dal sistema cartaceo (imperniato su tre documenti: il Formulario di identificazione dei rifiuti, il Registro di carico e scarico, il Modello unico di dichiarazione ambientale) si passa a soluzioni tecnologiche avanzate in grado, da un lato, di semplificare le procedure con una riduzione dei costi sostenuti dalle imprese e, dall’altro, di gestire in modo innovativo, più efficiente, trasparente ed in tempo reale un processo complesso e variegato.
Un’iniziativa, quella del Sistri, che si inserisce anche nell’ambito dell’azione di politica economica che da tempo lo Stato e le Regioni stanno portando avanti nel campo della semplificazione normativa, dell’efficienza della Pubblica amministrazione e della riduzione degli oneri amministrativi che gravano sulle imprese. I vantaggi per lo Stato saranno dunque in termini di legalità, trasparenza, prevenzione, efficienza, semplificazione normativa, modernizzazione. E i benefici ricadranno pure sugli operatori del settore, con un’evidente riduzione dei costi, dei passaggi burocratici, del danno ambientale e l’eliminazione della concorrenza sleale.
Le modalità di accesso alla fase operativa, nonostante l’apparente complessità, sono state concepite proprio per andare incontro agli utenti (varie le categorie interessate tra cui i produttori iniziali di  rifiuti pericolosi e non, i commercianti e gli intermediari di rifiuti senza detenzione, gli smaltitori e i recuperatori, i consorzi, i trasportatori, gli imprenditori agricoli). In ogni caso, nel periodo di avviamento in particolare, sarà messa a disposizione una vasta rete di supporti per informare e assistere tempestivamente. Il Sistri provvederà a proprie spese alla rimozione del malfunzionamento e/o alla sostituzione dei dispositivi elettronici entro 24 ore dalla comunicazione da parte dell’utente, se i problemi riguarderanno il software, o entro 72 ore se i difetti riguarderanno l’hardware.
Per una maggiore efficacia il sistema sarà interconnesso telematicamente con l’Albo nazionale dei gestori ambientali, tramite il ministero dell’Ambiente, per fornire i dati relativi al trasporto dei rifiuti e con l’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) per fornire, attraverso il Catasto telematico, i dati sulla produzione e la gestione dei rifiuti anche alle Agenzie regionali protezione ambiente e alle competenti autonomie locali.
Per garantire la tracciabilità dei rifiuti speciali pure nei trasporti marittimi e ferroviari sarà interconnesso con i sistemi informativi della Guardia Costiera e delle imprese ferroviarie. Si creerà così un sistema-rete che consentirà di conoscere il tragitto completo dei rifiuti.
Il funzionamento del Sistri sarà monitorato da un Comitato di vigilanza e controllo, che sarà istituito senza oneri per il bilancio dello Stato e sarà composto da quindici membri nominati con decreto del ministero dell’Ambiente. Tre saranno designati dal mio dicastero, uno dall’Ispra, uno da Unioncamere e dieci dalle organizzazioni di categoria. Inoltre lo stesso ministero dell’Ambiente monitorerà il Sistri con attenzione per cogliere tempestivamente le criticità e individuare le soluzioni più adeguate.
Infine, in Campania, i Comuni, gli enti e le imprese che gestiscono i rifiuti urbani hanno l’obbligo di aderire al Sistri che sarà interconnesso al Sitra, il sistema di tracciabilità dei rifiuti urbani. Si tratta di una prima esperienza che potrà essere riprodotta in altre realtà regionali con l’obiettivo di applicare il sistema di controllo a tutte le tipologie di rifiuti sull’intero territorio nazionale. Si potranno aprire così prospettive interessanti per un disegno unitario di politica dei rifiuti che poggi su criteri di maggiore legalità ed efficienza.
L’Italia è il primo Paese in Europa ad attivare un sistema di controllo dei rifiuti così moderno, attento alla legalità ed al contempo in grado di andare incontro alle esigenze delle imprese che chiedono trasparenza e riduzione di oneri burocratici. In questo campo si candida così ad essere un modello eco-virtuoso a livello internazionale. Un esempio di efficienza, a vantaggio di una rigorosa tutela dell’ambiente e della salute di tutti noi.
                                          
 


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