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Prove di responsabilità

Tra le priorità che il dicastero affidato al sottoscritto deve affrontare c’è la sicurezza stradale, vera emergenza sociale, sanitaria ed economica del Paese.
È indubbio che negli ultimi anni si siano registrati notevoli progressi, con un forte calo del numero degli incidenti mortali, tuttavia il problema non è ancora risolto ed occorre una sinergica azione che veda coprotagonisti il pubblico ed il privato.
In tal senso ci siamo mossi e va subito sottolineato che il contributo di associazioni, enti ed imprese è stato ed è importante e ancor più lo dovrà essere in futuro.
Restiamo, peraltro, convinti che le varie misure adottate, in corso di adozione e quelle che si renderanno necessarie nel lungo periodo, mai potranno essere esaustive se non si attiverà appieno il ruolo della famiglia, a nostro parere, centrale.
 
Riteniamo, inoltre, indispensabile un impegno massiccio del mondo dell’informazione inteso in senso lato. L’incidentalità stradale produce dolore e danni incommensurabili, eppure non fa quasi notizia. Al di là del singolo accadimento, la materia non è al centro del dibattito come sarebbe necessario, tutto è derubricato al “tragico episodio” trattato singolarmente e non come fenomeno da combattere. Occorre, quindi, una grande e costante campagna collettiva di informazione, di coinvolgimento dei cittadini, che riesca a determinare nelle coscienze di ciascuno una sorta di risveglio culturale.
Intanto, noi uomini di governo e vari soggetti addetti ai lavori cerchiamo di fare al meglio il nostro dovere.
La molteplicità dei fattori che caratterizzano il settore della sicurezza stradale e le varie competenze hanno convinto che per avere buone possibilità di successo è necessaria una strategia generale e condivisa che investa i vari aspetti del sistema: dall’informazione ai controlli, dalla regolamentazione del traffico alla manutenzione e riqualificazione delle strade e, non ultima, una corretta educazione stradale.
Per coordinare le azioni e le iniziative poste in essere ed individuarne di nuove abbiamo voluto costituire uno specifico gruppo di lavoro esteso a tutti i ministeri che hanno competenze dirette o indirette in tema di sicurezza stradale. Un Tavolo tecnico, inaugurato il 7 luglio scorso, che farà da supporto e stimolo nell’elaborazione di strategie, azioni e interventi concreti e sinergici.
In questi due anni di legislatura abbiamo fornito, in tale prospettiva, alla polizia stradale, ai carabinieri e alla guardia di finanza nuovi mezzi e strumenti per supportare l’insostituibile attività di controllo con particolare riguardo alla guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di droghe, per cui già i controlli sono passati da poco più di 200mila nel 2006 a più di un milione e 600mila nel 2009.
 
Abbiamo firmato protocolli d’intesa sulla guida sicura con la Fondazione Ania, con Poste italiane, finalizzati al miglioramento delle capacità tecniche dei guidatori.
Abbiamo realizzato la campagna di comunicazione istituzionale “Sulla buona strada” lanciata lo scorso anno e riproposta anche nel 2010, a cui hanno aderito quali testimonial volti famosi dello sport e dello spettacolo.
Abbiamo sottoscritto un accordo con il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, per la costituzione di un comitato tecnico che individui e coordini iniziative nelle scuole di ogni ordine e grado per formare ed educare alla sicurezza stradale.
È, soprattutto, in dirittura d’arrivo in Parlamento la riforma del Codice della strada che prevede nuove misure di prevenzione e repressione condivise in modo bipartisan. E, di questi tempi, questa sì che è una notizia, a dimostrazione che la sicurezza stradale deve far parte del patrimonio comune ideale e di azione.
La nostra coscienza, in conclusione, è tranquilla: abbiamo fatto molto, ottenuto risultati importanti (meno 40% di incidenti e morti nel 2009), molto, molto ancora resta da fare ed auspichiamo che prosegua, incentivandosi, l’azione coinvolgente che è stata intrapresa.
E i risultati, siamo certi, continueranno ad arrivare.
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